associazione mafiosa
Cosa Nostra, condanna di 14 anni per Bonafede. Prestò l’identità a Matteo Messina Denaro
Il gup di Palermo ha condannato a 14 anni di reclusione Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara che prestò l’identità a Matteo Messina Denaro. Il superlatitante venne arrestato il 16 gennaio del 2023 e aveva con sé i documenti di Bonafede con la sua foto. Bonafede era accusato di associazione mafiosa.
Sempre oggi i pm Gianluca De Leo e Pierangelo Padova, della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno chiesto al Gup Paolo Magro 15 anni di carcere per Laura Bonafede, maestra e donna molto vicina al boss di Castelvetrano, morto nel settembre scorso, a pochi mesi dalla cattura, avvenuta dopo trent’anni di latitanza. Bonafede, sposata con un ergastolano e che aveva un legame sentimentale con il capomafia, avrebbe agevolato la sua fuga fornendogli supporto e coperture, scambiando messaggi e utilizzando codici cifrati. Lei è figlia del boss di Campobello di Mazara (Trapani) e cugina di uno dei prestanome di Messina Denaro, proprio Andrea Bonafede, del cugino omonimo e del fratello di quest’ultimo, Emanuele Bonafede, tutti coinvolti nella vicenda. Inizialmente nei suoi confronti era stata formulata l’ipotesi di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena, ma i contenuti della corrispondenza con il latitante, trovati nei covi usati dal fuggitivo, hanno fatto emergere il ruolo di appoggio che la donna avrebbe assicurato all’uomo di cui era innamorata e con cui aveva avuto una delle tante relazioni intrattenute da Messina Denaro durante la latitanza.
Laura Bonafede è in carcere da aprile dell’anno scorso e la figlia Martina Gentile si trova ai domiciliari (perché madre di una bambina in tenerissima età) con le accuse di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, entrambe aggravate dall’agevolazione di Cosa nostra. Dopo l’arresto del 16 gennaio 2023 dell’ex superlatitante, gli inquirenti hanno continuato a indagare per ricostruire la rete di fiancheggiatori che hanno contribuito alla latitanza del boss. Laura Bonafede e la figlia figlia Martina Gentile avrebbe fatto parte delle rete di fiancheggiatori che ne hanno favorito la trentennale latitanza. La relazione tra i due sarebbe stata confermata da numerosi pizzini e dalle lettere che la maestra indirizzava a Messina Denaro, missive in cui, tra le altre cose, manifestava la propria gelosia nei confronti di altre donne. La requisitoria è stata conclusa con la richiesta di pena dai sostituti Pierangelo Padova e Gianluca De Leo.