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Caso Mendella, l'ufficiale perseguitato per anni da giudici e pm. Ora l'assoluzione

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Un altro esempio di malagiustizia. L'odissea del colonnello Fabio Massimo Mendella, ufficiale della Guardia di Finanza, è iniziata nel giugno del 2014 quando i pm Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli gli hanno contestato presunte tangenti per addomesticare controlli. «In realtà - racconta Mennella - neanche alla Procura era chiarissimo in cosa fosse consistito l'addomesticamento. Prima dicevano che avevo fatto fare una indagine blanda, quando è saltato fuori che blanda non era affatto, hanno cambiato linea e hanno detto che era lenta. Alla fine si è capito che non era né lenta né blanda e hanno dovuto assolvermi».

 

 

 

Come riporta il Giornale, infatti, per rivedere la luce Mennella ha dovuto aspettare dieci anni, quando la Corte d'appello di Napoli ha emesso la sentenza di assoluzione definitiva. Nel mezzo anni di carcere e una vita familiare e professionale completamente distrutte. Il coraggio e l'onestà di Mennella vengono confermate anche dal fatto che, proprio di fronte ai giudici della corte d'appello, l'ufficiale ha rinunciato alla prescrizione. D'altronde La sentenza di assoluzione demolisce il suo unico accusatore, un imprenditore che ha continuato a delinquere fin quando non lo hanno arrestato a Torino. Mai come ora urge accelerare sul tema della separazione delle carriere tra giudici e pm. 

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