no agli allarmismi
Aviaria, viaggi a rischio? I ricercatori: "Al lupo al lupo? Perché non conviene"
La favola di Esopo, "Al Lupo, al lupo!", come metafora della comunicazione sull’influenza aviaria H5N1. È lo spunto che alcuni ricercatori italiani hanno scelto per «esaminare la situazione attuale sull’aviaria» soprattutto con la partenza della stagione estiva e quindi dei viaggi, "evitando allarmismi ingiustificati ma sottolineando l'importanza di una vigilanza costante". Troppi allarmi, gli "Al lupo, al lupo" appunto della favoletta, "non giovano affatto anche nel rispondere alla domanda che oggi arriva dai cittadini: è sicuro viaggiare?", precisano Francesco Branda (Università Campus Bio-Medico di Roma), primo autore dell’articolo (firmato anche da Alessandra Ciccozzi, Chiara Romano, Daria Sanna, Massimo Ciccozzi e Fabio Scarpa) inviato alla rivista ’Travel Medicine and infectious disease'.
Nel testo gli autori "sottolineano l’importanza del monitoraggio genetico continuo e dell’approccio ’One Health’" per l’emergenza sanitaria in Usa legata ai bovini positivi al virus H5N1, un approccio "che integra la salute animale, umana e ambientale". Il rischio attuale, però, "per i viaggiatori rimane basso", ed "è fondamentale mantenere alta l’attenzione e la preparazione per prevenire future pandemie". Nella loro lettera gli scienziati ricostruiscono poi quanto accaduto negli allevamenti di bovini in Usa, i primissimi casi anche nell’uomo e la risposta delle autorità sanitarie americane. "Questo virus aviario, già riscontrato in passato in mammiferi come visoni e leoni marini - ricordano gli scienziati - non era mai stato rilevato nelle mucche, e questa è la notizia importante, ma senza eccessivi allarmismi. Non dobbiamo spaventare la popolazione ma cercare di adottare misure di prevenzione e monitoraggio, ribadendo l’importanza di condividere dati e informazioni che possano renderci pronti ad ogni grave emergenza".
I ricercatori rimarcano "l’importanza del monitoraggio" che deve essere effettuato "dai veterinari negli allevamenti intensivi per evitare la diffusione del virus ed evitare possibili mutazioni che potrebbero peggiorare la situazione". In conclusione, i ricercatori ritornano sulla favola di Esopo, "non si deve gridare ’Al lupo' quando non ce n’è bisogno, altrimenti quando si verificherà una mutazione del virus o un riassortimento, che può portare alla trasmissione da uomo a uomo, nessuno crederà davvero all’allarme".