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Natisone, dopo lo choc la polemica: soccorsi inutili "per prassi"

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Maria Elena Marsico
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I corpi delle due amiche, Patrizia Cormos, 20 anni, e Bianca Doros, 23 anni, erano a circa 300 metri l’una dall’altra quando sono stati ritrovati. A Premariacco, in provincia di Udine, il fiume Natisone ha restituito le vittime intorno alle 12 di ieri, dopo che la piena le ha trascinate via insieme a Cristian Casian Molnar, 25 anni, il terzo ragazzo che risulta ancora disperso. Dopo giorni di ricerche, dal 31 maggio, il livello dell’acqua ieri si è abbassato. E così il corpo di Patrizia è stato trovato dai vigili del fuoco a 700 metri a valle dal ponte Romano, mentre quello di Bianca dai volontari della protezione civile a 1000 metri, tra anfratti e vegetazione. I tre amici si sono stretti come in un abbraccio «per fare massa», come consigliato dai vigili del fuoco arrivati sul posto, e poi la forza della corrente li ha portati via, fino a scomparire. Sono le ultime immagini che li ritraggono in vita come documentato dai video che sin dalle prime ore della tragedia hanno iniziato a circolare. Mancava circa un minuto e mezzo all’arrivo dell’elicottero rosso dei pompieri quando i loro corpi sono stati inghiottiti dalla potenza del fiume, 250 metri cubi d’acqua al secondo scaricati a valle.

 

 

Il mezzo partito da Venezia da cui si sarebbe calato aggrappato a un verricello, una fune d’acciaio, un soccorritore per agganciare i ragazzi. Ma per poco più di 60 secondi l’elicottero Drago non ha però fatto in tempo. Come spiegato dal vicecomandante vicario dei vigili del fuoco di Udine, Sergio Benedetti, altre attrezzature, come il "cestello" o “secchio” che viene utilizzato per raccogliere l’acqua in caso di incendi, non sono previste per prassi, a differenza del verricello. Nelle fasi di recupero, «non mi risulta possa esserci», ha fatto sapere per poi sottolineare che, in questo caso, «l’elicottero non ha fatto in tempo». Mentre sul posto, prima che la corrente trascinasse via gli amici, erano presenti i pompieri che dal ponte – a circa 20 metri di altezza - hanno calato le corde. «Ci sono scivolati via», hanno detto i soccorritori. Proprio dalle immagini riprese da un telefonino si vedono tre funi e il disperato tentativo dei ragazzi di afferrarle, poi le loro teste scompaiono.

 

 

Una tragedia, questa, che si sarebbe potuta evitare, probabilmente, a partire dalle tempistiche dei soccorsi. La Procura di Udine intanto ha aperto un fascicolo informativo, senza indagati né ipotesi di reato per far luce su quanto accaduto lo scorso venerdì, quando i tre amici hanno deciso di fare una passeggiata al fiume. Patrizia, studentessa all’Accademia di Belle Arti di Udine quel giorno aveva sostenuto un esame e aveva accettato l’invito dell’amica Bianca, di origine romene e studentessa a Bucarest, di fare un giro con lei e il fidanzato Cristian, residente in Romania. Il giovane era arrivato in Italia dopo aver fatto visita al fratello in Austria, mentre Doros si trovava in Friuli per salutare i genitori che vivono a Udine. I due avevano, quindi, colto l’occasione per passare del tempo insieme. E poi venerdì quella gita tutti insieme al Natisone, il tempo di fare qualche fotografia in quella zona in cui la balneazione però è vietata. Alle 13.20 sono stati avvistati dal primo testimone oculare su una lingua di ghiaia, come un isolotto nell’acqua. In pochi minuti la situazione è, quindi, precipitata: il cielo si è annuvolato e il fiume ha iniziato a salire, fino a coprire completamente la “secca” del fiume e a far scivolare via i tre giovani.

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