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Cancro, sperimentati i vaccini personalizzati a mRna: come funziona la nuova cura

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Luca De Lellis
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Il cancro è il grande male del secolo che stiamo vivendo. In base ai dati, riferiti all’anno solare 2023 e riportati dall’Associazione Italiana Registri Tumori, sono state stimate circa 395.000 nuove diagnosi di tumore (208.000 negli uomini, 187.000 nelle donne). La ricerca progredisce a piccoli ma significativi passi e, come racconta anche l’associazione, “l’Oncologia del nostro Paese fa registrare importanti progressi, con migliaia di vite salvate. In 13 anni (2007-2019), sono state evitate 268.471 morti oncologiche”. Una svolta, ora, sembra poter arrivare anche dalla Gran Bretagna, dove migliaia di persone che hanno contratto la malattia sono state coinvolte dal servizio sanitario pubblico inglese (Nhs) in una vasta sperimentazione di vaccini personalizzati. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

 

 

Non sono vaccini preventivi, sulla scia di quelli impiegati per neutralizzare la pandemia da Covid-19. Tuttavia, secondo quanto illustrato sul sito di Bbc News, i vaccini sono pensati per aiutare il sistema immunitario a riconoscere e annientare le cellule tumorali, oltre a limitare il pericolo di una recidiva. Questa nuova cura sperimentale si avvale della tecnologia mRna per arginare la malattia, la stessa azienda che ha distribuito i propri vaccini anti-Covid ormai 3 anni fa. Sinora, hanno deciso di iscriversi al programma nominato “Cancer Vaccine Launch Pad”, circa 30 ospedali inglesi. C’è già chi si dice entusiasta del sistema: «Penso che questa sia una nuova era. La mia speranza è che diventi uno standard di cura», è il parere della Dott.ssa Victoria Kunene, che segue l’andamento sperimentale per il Queen Elizabeth Hospital di Birmingham.

 

 

Come funziona il trattamento? Uno degli step cruciali è sicuramente il primo, quando si rilevano le informazioni sul cancro del singolo paziente, inclusa l'identificazione delle possibili mutazioni. Tale attività è propedeutica per la creazione del vaccino ad personam. Sarebbe ardua impresa stabilire già ora l’eventuale successo del “Cancer Vaccine Launch Pad”, siamo ancora in fase embrionale di sperimentazione, come hanno voluto evidenziare anche i medici coinvolti nel programma. Però una cosa la si può mettere per iscritto: i vaccini, che al momento sono disponibili ancora solo all’interno di studi clinici, hanno suscitato grande ottimismo nell’ambito della ricerca scientifica sul trattamento del cancro. Certo è che la prevenzione, specie nelle abitudini alimentari e nell’uso di alcol e tabacco, rimane la prima forma di cura. Ma si intravede un bagliore di speranza nell’oscurità. Sempre citando l’AIRTum, «il cancro è sempre più una malattia curabile e molti pazienti la superano e tornano a una vita “come prima”».

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