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Chico Forti da Vespa, il retroscena su Meloni e la "sorpresa" di Schettino in carcere

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Chico Forti, detenuto per 24 anni negli Stati Uniti e tornato in Italia tre settimane fa grazie all'impegno del governo, ha parlato venerdì 31 maggio in un'intervista con Bruno Vespa a Cinque  Minuti, su Rai1. «Il primo marzo ho ricevuto una chiamata che ha scombussolato il mio penitenziario. Hanno detto: ’Forti hai una chiamata dalla Casa Bianca'. La prima persona che mi ha parlato è stata l’ambasciatrice italiana a Washington. Ha detto che era con il presidente Biden e il primo ministro, che voleva parlarmi, Giorgia Meloni. L’ho ringraziata indipendentemente dal risultato e lei mi ha dato la notizia: torni a casa», ha detto l'imprenditore e produttore tv trentino. «Come nasce il rapporto con Giorgia Meloni? La prima persona che me ne parlò - ha detto Forti - fu l’ambasciatore Giulio Terzi, è rimasto un contatto, erano quasi dieci anni fa. Ancora adesso è una persona che ha fatto molto per me». 

Forti è stato condannato negli Usa per un omicidio di cui si è sempre dichiarato innocente: «Si vive proprio per questo: se tu sei convinto della tua innocenza hai la forza di andare avanti, giorno per giorno, non pensi ai 24 anni, io non ci ho mai pensato, ho sempre pensato al giorno successivo. Se credi in te e hai dei principi, trovi la forza di andare avanti, se non credi in te o ti suicidi o cambi la vita». Forti, in carcere a Verona, dove deve finire di scontare una condanna all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike, risponde così a «Cinque minuti» a Bruno Vespa che gli chiede come si vive per tanti anni in carcere nella convinzione di essere innocenti.

 

«Impossibile da descrivere. Nel carcere a Miami vieni umiliato per ogni azione che tu fai, ed è fatto per ricordanti che tu sei punito per un qualcosa che hai fatto, perché il principio è che se sei all’interno del carcere qualcosa hai fatto e ti meriti di essere punito», ha detto Forti, «a Rebibbia e qui a Verona ho conosciuto valori che erano 24 anni che non ritrovavo: valori umani, rapporti, rispetto, è una differenza come notte e giorno», ha aggiunto . «Mi hanno accolto come un re, ho ricevuto tantissimo rispetto e, una piccola nota, la prima persona che mi ha accolto mi ha detto ’c’è il comandante che vuole parlarle', ho pensato che fosse una persona della penitenziaria, invece si presentò Schettino. Ho compagni di cella che mi aiutano, io dagli Stati Uniti sono partito senza niente neanche i calzini». È come se fossi stato «congelato per 24 anni, ma le mie emozioni e la voglia di vivere non sono cambiate», ha aggiunto Forti.

 

«Mia madre la mia roccia. È stata la mia forza, la mia energia. Lo sguardo dei suoi occhi, normalmente una persona di 96 anni, gli occhi si affievoliscono invece i suoi rimangono, ci puoi vedere i fuochi d’artificio nei suoi occhi, la gioia nel suo sguardo, più di qualsiasi abbraccio o di qualsiasi bacio è stato un momento meraviglioso. E poi mi ha sempre detto che ’farò di tutto per aspettarti'», ha detto descrivendo l’incontro con sua madre. 

Il fratello di Dale Pike, la vittima dell’omicidio per il quale Chico Forti è stato condannato e che da quattro anni dice con forza che Chico è innocente, «ha fatto dei grandi passi per aiutarmi nel discorso della mia innocenza. Credo che ci sia un momento in ognuno di noi in cui prevale la coscienza. Non mi ha mai attaccato all’inizio, ma neanche difeso. Credo che abbia raggiunto un momento, forse anche per il discorso di mia madre, entrambe le famiglie hanno sofferto tanto, in cui abbia deciso di fare qualcosa di concreto, scrivere al presidente degli Stati Uniti, scrivere al governatore della Florida è un passo importante per la famiglia della vittima», ha detto Forti nel corso della registrazione di "Cinque Minuti" in onda questa sera su Rai1.

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