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Toti-Spinelli, bufera intercettazioni: "Il software ha presi fischi per fiaschi"

Il software utilizzato per trascrivere le intercettazioni "ha capito fischi per fiaschi". Il giallo dei "finanziamenti illeciti" nel verbale dell’inchiesta della Procura di Genova che ha portato all'arresto ai domiciliari del governatore ligure Giovanni Toti è stato risolto in pochi minuti. "Riascoltando la trascrizione, che era sicuramente errata, abbiamo concordato col pubblico ministero che la parola utilizzata è 'leciti' e non 'illeciti'", spiega al Tgr Liguria Alessandro Vaccaro, l'avvocato dell'imprenditore Roberto Spinelli, indagato, che tra l'altro ha ricevuto il no del giudice alla revoca dei domiciliari. 

 

Come detto, questa mattina nell'ufficio del giudice Paola Faggioni, i legali Vaccaro e Andrea Vernazza insieme ai pm Luca Monteverde e Federico Manotti, hanno riascoltato la registrazione dell'interrogatorio di Spinelli, in particolare il passaggio in cui l'imprenditore affermava: "Toti chiedeva finanziamenti leciti". Frase che nel verbale è stata trascritta con la parola "illeciti". Due lettere che cambiano sostanzialmente il quadro giudiziario. Gli avvocati si sono accorti dell'incongruenza e hanno depositato una istanza per chiedere la correzione del testo, avvenuta oggi.

"La trascrizione" delle intercettazioni "viene effettuata attraverso un software che ha capito fischi per fiaschi - ha spiegato Vaccaro - con il pubblico ministero abbiamo preso atto che la parola era 'leciti' e non illeciti come del resto avevamo sempre sostenuto fin dall'inizio. Il giallo è risolto".