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Campi Flegrei, l'allarme dell'esperto: “Boom di angoscia e disturbi del sonno tra i bambini”

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Armando Cozzuto, presidente dell’Ordine degli psicologi della Campania, interviene dopo la scossa di terremoto più forte registrata ieri nella zona dei Campi Flegrei, terremoto che ha spinto molte persone in strada. L’esperto spiega come stanno vivendo questi giorni un po’ in bilico i piccoli abitanti della zona, alle prese ormai da diverso tempo con il bradisismo, fenomeno che comunica un senso di «instabilità» e lascia sempre «l’incognita» di quello che può succedere il giorno successivo. Nel flusso di persone che lasciano tutto e si riversano sul lungomare, in apprensione per il boato avvertito in tarda serata, fra chi si mette in auto per allontanarsi un po’ dalla ’zona calda’, ci sono anche loro: i bambini. Non una situazione facile per i piccoli, ovviamente: «Solitamente il terremoto è improvviso. Il bradisismo invece è un fenomeno graduale e in parte c’è anche la possibilità pian piano di metabolizzare quello che accade. In ogni caso, soprattutto tra i bambini si assiste a un intensificarsi di sintomatologie. Non ci sono dati ufficiali, ma dal confronto con altri colleghi psicologi sul territorio, con le scuole, con il Comune e con i genitori, emerge questo aspetto. Si parla in particolare di un intensificarsi dei disturbi del sonno, che sono inevitabili e transitori in questa fase; un aumento dei casi di enuresi notturna, dunque bambini che avevano già fatto i conti con questa fase del ciclo vitale e che hanno cominciato di nuovo a fare la pipì a letto; e ancora l’aumento dei casi di angoscia da separazione, cioè bambini che andavano a scuola tranquillamente e hanno cominciato a fare problemi».

 

 

Succede, racconta anche sul suo profilo Facebook Cozzuto, che «il campo da basket dove pochi giorni prima giocavi con tuo figlio adesso è occupato da tende tempestivamente installate per consentire alle famiglie di trascorrere la notte». Tanti cambiamenti, situazioni fuori dall’ordinario. E l’effetto percepito sul campo, «perché non c’è un osservatorio specifico» con raccolta sistematica di dati, è che si intensifichino alcune sintomatologie in particolare.

 

 

«Si tratta di risposte normali - puntualizza Cozzuto - fasi regressive che i bambini possono vivere in questi momenti e che, se contenute e adeguatamente trattate, poi si risolvono. Ovviamente serve aiutare i bambini a poter comunicare quello che vivono in modo adeguato all’età». Una fase delicata, questa in corso, dunque, che viene gestita anche con il personale sul campo: «Vedere in piena emergenza tra le prime figure coinvolte gli psicologici restituisce il senso di tutto questo. Le istituzioni sul territorio sono state molto sensibili su questo fronte. Ho una foto in cui ci sono i colleghi con i quali tra l’altro lavoro che sono venuti e hanno parlato anche con i miei bambini. Vedere loro in divisa, pronti a gestire con competenza quelle emergenze, ha fatto l’effetto che doveva fare sulla popolazione, che si è sentita rassicurata».

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