vaticano
Apparizioni, la stretta di Papa Francesco: chi può decidere sui fenomeni soprannaturali
In tempi che hanno visto il moltiplicarsi di apparizioni mariane, alcune delle quali molto discusse se non apertamente disconosciute dalla Chiesa stessa, arriva la stretta di Papa Francesco per limitare un fenomeno che, pur tra molti episodi giudicati reali e autentici, ha dato adito a più di una perplessità. Papa Francesco fa mettere nero su bianco dal Dicastero per la Dottrina della Fede: in caso di apparizione «nè il Vescovo diocesano, nè le Conferenze episcopali, nè il Dicastero dichiareranno che i fenomeni sono di origine soprannaturale, e solo il Santo Padre può autorizzare una procedura in tal senso». In altre parole, il riconoscimento vero e definitivo della manifestazione soprannaturale viene avocato a sè dal Pontefice, e tolto dalle mani del titolare della diocesi dove essa è avvenuta. Una differenza non da poco, se si vedono alcuni casi degli ultimi anni. Casi che, si nota, spesso travalicano i confini dei singoli paesi ed assumono una dimensione addirittura intercontinentale, per cui - visto dall’ottica della Chiesa - «una decisione relativa ad una diocesi ha delle conseguenze anche altrove».
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Di conseguenza vengono aggiornate «le norme per il discernimento» attraverso un nuovo documento del Dicastero per la Dottrina della Fede, pubblicato stamane. Entrerà in vigore domenica prossima, in pieno mese mariano e festa di Pentecoste. La stretta viene presentata con una introduzione del cardinale prefetto Vìctor Manuel Fernàndez, titolare di quello che una volta era il Sant’Uffizio. Seguono le nuove disposizioni che, nelle intenzioni delle autorità vaticane, renderanno i pronunciamenti più rapidi nel rispetto della devozione popolare. Soprattutto si avrà un coinvolgimento più esplicito del Dicastero per la Dottrina della Fede, che dovrà approvare la decisione finale del vescovo e avrà la facoltà di intervenire proprio in qualunque momento. Questo per evitare la confusione passata, con casi in cui il vescovo locale (o i vescovi di una regione) ha in tempi rapidissimi dichiarato la soprannaturalità, poi il Sant’Uffizio si è espresso diversamente. Oppure il vescovo si è espresso in un modo, il suo successore in modo opposto. Ci sono poi i tempi lunghi, necessari per valutare tutti gli elementi per arrivare a una decisione sulla soprannaturalità o la non soprannaturalità dei fenomeni.