gli scontri di roma

Li chiamano "studenti" ma attaccano la polizia. Scontri agli Stati generali della natalità

Giuseppe China

Il transfemminismo, oltre alla solidarietà verso la Palestina in funzione anti Israele, è l’ultimo fronte della battaglie degli studenti universitari e liceali romani. I mezzi per raggiungere lo scopo? Sono sempre censura e violenza. All’indomani della contestazione giovanile nei confronti del ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, alla quale è stato impedito di intervenire durante gli Stati generali della natalità, le sigle Aracne, Zaum e Coordinamento collettivi Sapienza sono scese in piazza manifestando in corteo. L’itinerario concordato con la Questura prevedeva la partenza da piazzale degli Eroi e l’arrivo in piazza Cavour. Peccato che all’altezza di via Candia, i circa 250 giovani abbiano tentato di immettersi su via Leone IV invece di proseguire su via Giulio Cesare come stabilito in precedenza.

 

I più facinorosi avrebbero voluto raggiungere via della Conciliazione, dove è in corso l’evento sulla natalità. Circostanza che ha portato all’inevitabile scontro con le forze dell’ordine. I cordoni di agenti hanno respinto, anche con l’utilizzo dei manganelli, il tentativo di deviare il corteo, così per tutta risposta nei loro confronti sono stati scaricati vasi di fiori e scarpe con tacco e lanciata vernice. La violenza dei manifestanti si è scagliata pure su numerosi motorini, buttati a terra lungo il percorso. I bilancio dei feriti: quattro poliziotti, due dei quali accompagnati al San Carlo di Nancy per contusioni varie; tre studenti, tra questi una ragazza colpita alla testa è stata ricoverata all’ospedale Santo Spirito. Sembra di rivedere le scene dello scorso 17 aprile, quando teatro delle violenze è stata l’Università La Sapienza e 27 membri delle forze dell’ordine sono stati feriti.

 

Al momento di tensione è seguita una fase stasi in via Leone IV, lasso di tempo in cui è circolata l’ipotesi che il corteo non proseguisse fino a piazza Cavour. Poi, al contrario, i giovani hanno ripreso a camminare e intonare cori: «Fiducia nello Stato non ne abbiamo», «Sul mio corpo decido io» e «Tutta f...na». Questi senza dubbio tra i più gettonati. Nel frattempo sventolano le bandiere No Tav, palestinese, anarchica e quella dei pirati. La marcia termina poco prima delle 14, ma la giornata di alcuni studenti non è finita. Un gruppo di circa sessanta persone decide di recarsi vicino la Questura: dove qualche ora prima era stato portato un giovane di 16 anni. Per precauzione alcune strade di accesso all’edificio di via San Vitale sono state chiuse.