l'inchiesta

Toti di fronte al Gip, scontro sulle dimissioni del governatore

Angela Barbieri

Nessuna richiesta di dimissioni, almeno per ora. Mentre l’opposizione continua a chiedere un passo indietro da parte di Giovanni Toti, nel centrodestra perdura la linea attendista dopo l’inchiesta per corruzione della Procura di Genova che ha coinvolto il presidente della Liguria finito agli arresti domiciliari, e atteso oggi dall’interrogatorio di garanzia. Il suo legale, Stefano Savi, fa capire che molto probabilmente si avvarrà della facoltà di non rispondere: «Prima di prendere posizioni o dare spiegazioni dobbiamo approfondire la lettura degli atti per capire su che cosa, dove e come fornire spiegazioni».

«Può continuare a lavorare, poi vedrà. Io sono garantista. È veramente molto presto, non c’è stato ancora nemmeno il tribunale del riesame», spiega il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, dopo che l’altro vicepremier e leader della Lega aveva parlato di «resa» in caso di dimissioni. A spiegare l’approccio del partito della premier Giorgia Meloni è invece il ministro dell’Agricoltura, Francesca Lollobrigida: «La posizione di Fratelli d’Italia è in linea con la Costituzione. Quello che dice la Carta è che sei innocente fino a prova contraria».

Dalle parti di via della Scrofa, comunque, si ritiene che forse con un passo indietro Toti potrebbe difendersi con maggiore libertà. Per l’opposizione, viceversa, si è già perso troppo tempo. «Noi siamo garantisti - ricorda il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia - ma c’è una etica pubblica che va rispettata. La destra faccia dimettere l’amministrazione in Liguria». Sulla stessa linea anche il leader M5S Giuseppe Conte. Mentre Carlo Calenda invita il centrodestra a riflettere bene sul da farsi: «Premesso che non si chiedono le dimissioni per le inchieste. Occorre che la maggioranza valuti se ci sono le condizioni oggettive per andare avanti, mettendo sempre avanti il bene della regione».