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Passaportopoli, controlli a tappeto in ambasciate e consolati in tutto il Sud America

Oltre al Venezuela, Tajani ha disposto ispezioni in Argentina, Brasile e Uruguay Verifiche con Polizia, Carabinieri e Finanza «per contrastare fenomeni illeciti»

Dario Martini
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Inchieste a tappeto della Farnesina in tutto il Sud America. Non solo in Venezuela, come riportato ieri da Il Tempo. Il ministero degli Esteri intende far piena luce sulla Passaportopoli che ha dilagato nel corso degli anni e che, con questo governo, sta venendo finalmente a galla. Il caso del Consolato di Caracas, dove il 12 aprile scorso sono arrivati gli ispettori del dicastero accompagnati da finanzieri e carabinieri, potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Come documentato nella nostra inchiesta, tutto è partito da un esposto alla procura di Roma di un deputato di FdI, Andrea Di Giuseppe, il quale ha chiesto di controllare «il rilascio dei passaporti da parte delle autorità consolari italiane a beneficio di soggetto a vario titolo residenti in Venezuela non aventi titolo o, comunque, sulla base della documentazione pervenuta irritualmente mediante soggetti delegati e senza la doverosa sottoscrizione delle istanze in originale di fronte al personale appositamente abilitato dal Consolato». Il sospetto è che la cittadinanza italiana sia andata a decine (se non centinaia) di persone che con il nostro Paese non hanno nulla a che spartire. Cittadinanze ottenute grazie ad antenati inesistenti spuntati dalle anagrafi di piccolissimi Comuni italiani.

 

Ieri la Farnesina ha fatto sapere in una nota che «proseguono in queste settimane le ispezioni disposte dal ministro degli Esteri Antonio Tajani nelle Ambasciate e negli Uffici consolari di alcuni Paesi dell’America Meridionale (Argentina, Brasile, Uruguay e Venezuela), volte ad accertare la corretta gestione delle pratiche amministrative e consolari e, in particolare, la regolarità delle procedure legate al riconoscimento delle cittadinanze italiane». Come tiene a far notare il Ministero, si tratta di «missioni ispettive che rientrano in un’azione a tutto campo», disposte da Tajani «poco dopo il suo insediamento al Ministero, per contrastare e prevenire fenomeni illeciti e per continuare a migliorare la qualità dei servizi resi dalla rete estera della Farnesina».

 

Non solo, saranno coinvolte anche le procure, dal momento che «le risultanze dei controlli, effettuati da personale del Ministero coadiuvato da personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza su numerosi fascicoli e altri atti amministrativi, e le relazioni finali della delegazione ispettiva, saranno come di consueto messe a disposizione delle autorità competenti». La Farnesina ricorda anche che le ispezioni in America Latina fanno seguito a quelle già effettuate l’anno scorso nelle ambasciate di altri Paesi considerati sensibili: Congo, Repubblica Democratica del Congo, Sri Lanka, Bangladesh e Pakistan, «volte ad accertare eventuali irregolarità legate alle procedure relative al rilascio di visti per l’Italia». 

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