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Emanuela Orlandi e il giallo delle 15 ragazze scomparse: il dossier da brividi

Rita Cavallaro
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Paola, Federica, Claudia. Non ci sono solo Emanuela Orlandi e Mirella Gregori tra le ragazze svanite nel nulla in quell’estate del 1983. A stringere il cerchio su quel pozzo nero che sembra aver inghiottito le altre Orlandi è l’avvocato Valter Biscotti, che ha commissionato un’indagine a Neurointelligence, la società di criminologia del professor Franco Posa, il quale, insieme alla sua collaboratrice Jessica Leone, ha stilato la lista delle 15 giovanissime, della stessa età e con caratteristiche simili alla cittadina vaticana, scomparse tra maggio e giugno del 1983 in un raggio di 5 chilometri da San Pietro.

 

Ora quel report verrà consegnato alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, istituita nelle settimane scorse e presieduta dal senatore di Fratelli d’Italia, Andrea De Priamo. A consegnare agli atti, nei prossimi giorni, il dossier sulle 15 giovanissime svanite nel nulla, l’avvocato Biscotti. «Mi sono chiesto più volte se la scomparsa di Emanuela e Mirella siano casi isolati e in qualche modo colleChilometri Il raggio entro il quale sarebbero scomparse le 15 adolescenti tra maggio e giugno dell’83 gati. Per questa ragione ho commissionato all’istituto Neurointeligence del dottor Franco Posa - ha spiegato il penalista - uno studio per verificare se nello stesso periodo fossero scomparse altre ragazze. Il risultato fu sbalorditivo: altre ragazze di età media 16 anni sono di fatto sparite in un raggio ristretto, prossimo ai luoghi delle scomparse delle altre ragazze. Forse non si tratta solo delle scomparse di Mirella ed Emanuela, ma di altro», ha paventato l’avvocato Biscotti. Di Mirella Gregori, 15 anni, si persero le tracce il 7 maggio del 1983, giorno in cui la ragazza uscì di casa nel pomeriggio, dicendo a sua madre che aveva un appuntamento con un amico a Porta Pia.

Sempre un incontro con uno sconosciuto è l’elemento che apre il mistero di Emanuela Orlandi, rapita il 22 maggio mentre rientrava a casa dopo le lezioni pomeridiane di musica. Un mistero che da quattro decenni va avanti tra colpi di scena e battute d’arresto, visto che Emanuela era una cittadina vaticana e suo fratello Pietro Orlandi non si è mai arreso, puntando i fari sul presunto coinvolgimento di personaggi della Santa Sede. Tanto che sulla vicenda si sono addensate molte ombre, alimentate dalla numerose piste che spaziano dalla Banda della Magliana ai soldi dello Ior, da inchieste aperte e chiuse alla Procura di Roma, dalla ricerca delle spoglie di Emanuela perfino nella tomba di Renatino De Pedis, il boss della banda criminale che in quegli anni si era presa la Capitale, e la cui bara fu tumulata incredibilmente nella chiesa di Sant’Apollinaire. Venne aperta, ma il corpo di Emanuela non c’era, così come fu un buco nell’acqua l’apertura di due ossari al cimitero Teutonico. Lì però fu portata alla luce una stanza sotterranea, costruita in cemento armato per custodire qualcosa di segreto. Forse svuotata prima dell’apertura, come farebbero trasparire dei messaggi tra due alti prelati consegnati a Pietro. Insomma, tante piste da seguire per la Commissione parlamentare d'inchiesta.

 

La quale ora, oltre alle illazioni di un informatore che avrebbe legato la scomparsa di Emanuela e Mirella a un giro di pedofilia nella Chiesa che coinvolgerebbe altre giovani, può contare sul dossier dei criminologi. Il report ha analizzato le 34 denunce di giovanissime tra maggio e giugno dell’83 e ristretto a 13 quelle sparite in circostanze simili e con caratteristiche analoghe a Mirella ed Emanuela. Da via Piave al Celio, tra i 14 e i 17 anni: Simona, Anna, Luciana e Paola non hanno più fatto ritorno a casa.

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