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Che tempo che fa, aviaria nel latte? Burioni: "C'è un problema molto grave"

Gabriele Imperiale
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Influenza aviaria nel latte. È la notizia preoccupante che dagli Stati Uniti è rimbalzata in Europa e nel mondo. Sul virus e sulla sua pericolosità è intervenuto il virologo Roberto Burioni, interpellato da Fabio Fazio a Che tempo che fa e del suo programma su Nove.  “Ci deve preoccupare?” domanda il conduttore; “Si e no” risponde il noto immunologo. I motivi sono molteplici. Burioni innanzitutto rassicura gli spettatori: “Tranquillizziamo i nostri telespettatori dicendogli che è assolutamente sicuro bere il latte. Il latte che troviamo nei negozi è latte pastorizzato – spiega il dottore – Questo processo non solo uccide i virus ma anche i batteri pericolosi. Quello che è sconsigliato è bere il latte crudo: non per il virus dell'influenza ma per altri batteri che possono essere molto pericolosi”.

 

Poi invece pone l’accento sulla scoperta e avverte chi guarda il programma: “Non è stato trovato il virus. Sono stati trovati pezzi di virus – spiega Burioni – il fatto significa che questo virus dagli uccelli è passato ai bovini e questa è una notizia che non è positiva e che deve porci ad essere maggiormente attenti”. “Quindi per essere attenti cosa possiamo fare?” – chiede l’ex conduttore Rai. “Il virus dell’influenza umana ha una caratteristica molto pericolosa: si può rimescolare con i virus animali e dare luogo a un virus umano completamente nuovo – risponde l’immunologo – Questo è un problema molto grave che è successo raramente, ma quando è successo c’è stata una pandemia”.

 

Pandemia per cui, secondo Burioni, bisogna essere sempre preparati: “Quello che si deve fare prima di tutto è evitare che si creino le condizioni per questo rimescolamento dei geni che si chiama tecnicamente “riassortimento” – dice il dottore – Bisogna essere cauti vaccinando tutte le persone che sono professionalmente a contatto con gli animali. Un’altra cosa che bisogna fare è che bisogna ricordare che chi vuole bene agli animali, li tratta come animali”.  Qui una piccola frecciatina a un influencer che “aveva un’emù, uno struzzo che stava male e lo sbaciucchiava – spiega ironicamente il virologo – quando un animale sta male, bisogna portarlo dal veterinario e stare attenti, perché le malattie possono essere pericolose, anche per l’uomo”. 

Ma sappiamo già quando potrebbe arrivare la prossima pandemia e come potrebbe essere il prossimo virus? “Non possiamo prevedere né quando verrà il virus né le sue caratteristiche – dice Burioni– nel 2008 ci si aspettava che il virus arrivasse dagli uccelli e fosse molto cattivo e invece è arrivato dai suini ed è stato decisamente mansueto”.  Alla chiusura del suo intervento, il dottore lascia i telespettatori con una speranza: “C’è un elemento che ci da un vantaggio: nelle quattro precedenti pandemie influenzali, il virus ha dato un avviso prima dell’estate – ricorda il professore – C’è sempre stata quella che è stata chiamata un’ondata di annuncio. Quindi se succede la stessa cosa, noi ce ne accorgiamo e abbiamo il tempo per fare dei vaccini ancora più efficaci”.

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