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Mondo di mezzo, Massimo Carminati resta libero: andrà ai servizi sociali

Giuseppe China
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Il procedimento Mondo di mezzo sembra non avere mai fine. A quasi dieci anni dagli arresti, uno tra i principali protagonisti di quella vicenda, Massimo Carminati, ha ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali. L’ex appartenente dei Nar per la vicenda ribattezzata mediaticamente «Mafia Capitale» (in cui la Procura di Roma contestava alle due associazioni criminali pure il carattere mafioso che è stato definitivamente escluso dagli stessi ermellini nel 2019) deve scontare ancora tre anni e due mesi di reclusione. Lasso di tempo che è frutto del processo d’appello bis, ordinato dalla stessa Cassazione dopo aver sconfessato l’ipotesi accusatoria, in cui le toghe hanno inflitto dieci anni a Carminati e del periodo che ha già trascorso in carcere. A questa pena se ne aggiunge un’altra a otto mesi per una vicenda strettamente collegata alla principale, quella che per intenderci ha travolto politica e imprenditoria.

Prima di andare oltre occorre ricordare che con la normativa attuale è possibile chiedere l’affidamento ai servizi sociali solo se non si deve scontare un residuo di pena superiore ai quattro anni. Circostanza sfruttata da Carminati, rappresentato dal suo legale Cesare Placanica, che avrebbe dovuto trascorrere nel totale altri tre anni e dieci mesi dietro le sbarre. È il 27 aprile 2017, una data particolarmente rilevante e attesa del processo di primo grado agli imputati del Mondo di mezzo. Siamo alle battute finali perché i magistrati dell’accusa devono annunciare le loro richieste di condanna, in aula tra loro, oltre procuratore capo Giuseppe Pignatone e all’aggiunto Paolo Ielo, c’è il sostituto Luca Tescaroli.

 

Proprio quest’ultimo per «er cecato» Carminati sollecita una pena a 28 anni di reclusione. In un primo momento l’imputato, collegato all’epoca dal carcere di Parma, appare impassibile, poi anche grazie alla testimonianza di un agente della polizia penitenziaria e alle trascrizioni dell’audio d’udienza si scopre che pronuncia un «vaff...». Offesa rivolta nei confronti di Tescaroli (di recente nominato dal Csm procuratore capo a Prato). Ne nasce un procedimento penale andato in scena a Perugia, in quanto competente per i fatti che coinvolgono i magistrati del distretto romano. Tale vicenda, che per estrema sintesi potremmo definire la condanna della condanna, ha ancora delle conseguenze su Carminati che come detto dovrebbe scontare otto mesi. Viene da domandarsi se l’ultimo episodio giudiziario a carico dell’ex membro dei Nuclei armati rivoluzionari sia stato analizzato dall’allora ras delle cooperative rosse Salvatore Buzzi. Il destino processuale e non solo li ha accomunati a lungo, eppure c’è una sostanziale differenza tra i due. Infatti su Buzzi per il caso Mondo di mezzo pende un residuo di condanna di poco superiore ai quattro anni. Il caso Carminati farà da apripista a Buzzi? Non va escluso a priori. Se così fosse nell’arco di un decennio di «Mafia Capitale» sarebbero rimasti esclusivamente i servizi sociali.

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