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Rai-Scurati, cosa c'è dietro i "motivi editoriali": Repubblica ci prova ma ecco la verità

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"Caso Scurati, il documento che smentisce la Rai: 'Contratto annullato per motivi editoriali'". Così ha titolato il sito di Repubblica sulla polemica del giorno, quella legata al monologo dello scrittore Antonio Scurati sul 25 Aprile annunciato e poi cancellato nella trasmissione Rai Chesara, condotta da Serena Bortone. La sinistra come riflesso condizionato ha subito gridato alla censura di TeleMeloni e al regime, peccato che i nodi sono venuti presto al pettine. Come spiegato dal direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, dietro alla cancellazione dell'intervento ci sarebbero pretese economiche avanzate dallo stesso Scurati per una partecipazione che era prevista a titolo gratuito. La prova l'ha pubblicata Il Tempo, si tratta della email con cui Ilaria Mecarelli, produttore esecutivo della trasmissione del sabato sera di Rai 3, riporta gli ospiti della puntata contrassegnati con la dicitura TG, titolo gratuito, e TO, titolo oneroso. Il nome dello scrittore riporta la prima dicitura: nessun compenso previsto, che sarebbe stato chiesto in un secondo momento rispetto agli accordi presi, facendo saltare così l'ospitata. 

 

Ma allora come si spiega "il documento che smentisce la Rai" di cui parla Repubblica? Si tratta di una nota interna della Rai che comunica l'annullamento della partecipazione di Scurati in qualità di "autore di testi creativi", il famoso monologo, per "motivi editoriali". Insomma, dietro allo stop all'autore di "M." non ci sono meri motivi economici ma una censura editoriale bella e buona, viene da pensare. Peccato che le cose non stanno così. 

"Motivi editoriali è la formula che, meramente, viene usata per sottintendere formalmente quella dei motivi economici", spiega una qualificata fonte interna della Rai a Il Tempo. Infatti "la maggior parte delle richieste di contratti con gli ospiti, che non hanno buon esito per motivi prettamente economici e in Rai questo accade ogni giorno e in ogni programma, nella richiesta di annullamento vedono la formula 'motivi editoriali’", viene chiarito. Perché venga usata questa formulazione è chiaro: la riduzione generale della spesa è, negli ultimi anni, un'esigenza prioritaria del servizio pubblico. 

Ma come funziona il circuito delle partecipazioni tv in Rai? Per la contrattualizzazione di un ospite, ci sono due strutture che camminano su binari paralleli. Quella produttiva che fa la richiesta formale dell’ospite e quella dell’ufficio delle risorse artistiche, che formalmente propone la cifra economica all’ospite stesso seguendo la cosiddetta regola del "precedente". Quando quest’ultimo, per i più vari motivi non accetta l’offerta economica formulatagli, la parte produttiva avvia formalmente l’annullamento della richiesta e lo fa giustificandola con la dicitura "per motivi editoriali". 

 

Insomma, tutto chiaro. Ma nel caso di Scurati c'è anche un altro aspetto che smentisce i teoremi costruiti dalla sinistra. "Anche la filiera di approvazione del Comunicato stampa ufficiale di puntata (presente sui siti Rai), prevede l’approvazione della stesso da parte dei vertici aziendali - spiega ancora la fonte Rai - Chi avrebbe voluto censurare, secondo la narrazione, non avrebbe di certo approvato un comunicato stampa, al cui interno vi era il nome del presunto censurato, nella giornata di Venerdì 19 Aprile". Piuttosto, "è stato evidentemente lo stesso Scurati a cambiare idea, avanzando una richiesta economica che inizialmente non vi era stata. Non a caso l’invio della email, da parte della produttrice, riporta inizialmente il TG (come detto in precedenza, "a titolo gratuito", ndr) di fianco al nome di Scurati. Quella è l’e-mail, ufficiale, arrivata sino ai vertici aziendali". Insomma, nessuna censura. Serve altro per mettere la parola fine all'ennesima polemica strumentale? 

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