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Sapienza, altro che studenti. Ex Br, anarchici e militanti pro Hamas nell'assalto

Francesca Musacchio
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Non solo anarchici. Tra gli infiltrati nella manifestazione degli studenti alla Sapienza, sfociata in scontri con le forse dell’ordine, c’era anche qualche ex Br che, dall’alto della sua esperienza, fornisce supporto e sostegno ideologico alle realtà antagoniste, impegnandosi anche nelle piazze lì dove è possibile. E martedì, nell’ateneo romano, insieme agli studenti che durante la manifestazione estemporanea e non preavvisata promossa dal «Coordinamento Collettivi Sapienza» e dal «Movimento Studenti Palestinesi», hanno tentato di assaltare il Senato accademico, erano presenti alcuni esponenti delle ultime Brigate Rosse, quelle attive fino agli anni ’90. Tutti personaggi noti alle forze dell’ordine per i loro trascorsi e che oggi non si sporcano le mani, ma preferiscono sporcare quelle di giovani leve. Non è difficile incontrarli nelle manifestazioni più dure, quelle che spesso sfociano in tensioni e scontri con le forze dell’ordine, organizzate dalla galassia antagonista che al suo interno può vantare la presenza di centri sociali, anarchici e collettivi universitari. Ma gli ex Br stanno sempre un passo indietro, evitando di finire nella ressa ma fomentando i manifestanti. E anche martedì alla Sapienza è andata così, con il "suo ex brigatista" che, impugnando una bandiera rossa, agitava gli studenti che spingevano per entrare nel Senato accademico.

 

 

Stessa storia per la presenza di anarchici che, secondo la Questura di Roma, erano estranei ai contesti universitari. Almeno cinque, sui quali sarebbero in corso le procedure di identificazione da parte degli investigatori. Anche in questo caso, l’anarco-insurrezionalismo si infiltra nelle università e nelle proteste degli studenti appoggiandole e veicolandole attraverso i siti d’area. Non è la prima volta, soprattutto da quando è scoppiato il conflitto in Medio Oriente, che il mondo anarchico si è fatto megafono delle istanze pro Palestina dichiarando apertamente la partecipazione alle manifestazioni organizzate in tutta Italia e veicolando messaggi, come di seguito, che rimbalzano tra i vari siti d’area: «Il 17 aprile in Sapienza è stata una giornata di lotta e smascheramento dei rapporti che l’università coltiva (e non vuole interrompere) con la guerra e Israele - si legge -. Centinaia di studenti hanno sfilato nella città universitaria, la risposta è stata tanta polizia. Non stupisce ma chiarifica: in un contesto di guerra è necessario serrare i ranghi e chi prova a rompere le righe viene represso».

 

 

Ex brigatisti e anarchici, dunque, in contesti come quelli della Sapienza rappresentano i «professionisti del disordine» che istruiscono e fomentano le giovani leve non solo nelle piazze. Proprio grazie al loro passato, esercitano un certo fascino sulla parte più giovane del mondo antagonista che in certi casi frequenta anche le università. E così, i luoghi di dialogo, confronto, studio e ricerca, vengono trasformati in ring dove si inseriscono ideologie pericolose. Tra gli infiltrati alla Sapienza, inoltre, la questura ha segnalato anche un palestinese componente dell’Udap (Unione Democratica Arabo Palestinese ), già noto alle forze di polizia. E proprio il palestinese, secondo fonti autorevoli, sarebbe vicino ad ambienti che in Italia sono contigui ad Hamas.

 

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