Bari, “false comunicazioni sociali”. Dimissioni per il presidente della municipalizzata dei rifiuti
Il presidente dell’Amiu, la società municipalizzata per l’igiene urbana urbana di Bari e Foggia, Paolo Pate si è dimesso dall’incarico poiché è imputato del reato di false comunicazioni sociali in una inchiesta che non riguarda l’attività svolta per l’azienda e nonostante il pubblico ministero abbia chiesto il ’non luogo a procedere’. «Come noto da tempo agli organi di stampa - scrive - sono imputato del reato di false comunicazioni sociali, ex articolo 2621 del codice civile, in concorso con i fratelli Cavallari, Alceste e Marco, esclusivamente per aver prestato la mia attività professionale di commercialista intermediario, abilitato alla trasmissione all’Agenzia delle Entrate e al Registro delle Imprese di due scritture private di cessioni di quote di srl, ex articolo 36 Legge 133/2008, avvenute tra il febbraio e l’aprile 2018. La vicenda trae origine nell’ambito familiare di ex soci, nonché ex coniugi», specifica Pate.
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«All’udienza preliminare, tenutasi nella giornata di ieri 16 aprile 2024, il Pubblico Ministero d’udienza, data la palese evidenza della mia totale ed assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati - continua Pate - ha chiesto che venisse emessa sentenza di non luogo a procedere nei miei confronti. Nonostante tale richiesta, il Gup ha ugualmente ritenuto di emettere decreto con cui ha disposto giudizio, evidentemente per meglio valutare i fatti in dibattimento. La circostanza mi coglie sereno, in quanto in tale sede, avrò certamente e finalmente modo di dimostrare la mia estraneità alle condotte di cui al capo di imputazione. Peraltro, altro Giudice civile si è già espresso in maniera favorevole circa il mio operato - sottolinea Pate - non lasciando, sul punto, margini di dubbio».
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«Le vicende, ribadisco, afferiscono esclusivamente alla mia attività professionale di commercialista, che tengo a precisare, in oltre trent’anni di iscrizione all’Ordine dei Commercialisti, non è mai stata nemmeno oggetto di alcuna censura disciplinare. Cionondimeno tenendo conto del clima politico sorto nelle ultime settimane, pur tale procedimento non riguardando in alcun modo la mia attuale attività prestata come Presidente di Amiu Puglia spa e nonostante il reato contestatomi non sia contenuto nell’elenco della Carta di Pisa, che avrebbe dovuto impegnarmi a rassegnare le mie dimissioni in caso di rinvio a giudizio, al fine di non mettere in qualsivoglia forma di imbarazzo le amministrazioni comunali di Bari e Foggia ho ritenuto – chiosa l’ormai ex presidente - opportuno rimettere il mio mandato nelle mani del Sindaco Decaro».