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Iran-Israele, lo stratega militare avverte: "La vera linea rossa", incubo arma nucleare

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Un attacco poderoso ma quasi dimostrativo, con la quasi totalità dei droni e dei missili lanciati dall'Iran eliminati in volo da Israele. Ma che rappresenta l'ennesimo innalzamento dell'asticella in quella che sembra ormai una guerra regionale dove il rischio di un'escalation globale è sempre in agguato. Tattica e strategia da parte di Teheran sono un gioco a carte quasi scoperte. Prima di lanciare missili e droni contro Israele, l’Iran avrebbe informato gli Stati Uniti per spiegare che il suo attacco sarebbe stato "limitato" e per legittima difesa dopo il raid alla sede diplomatica iraniana di Damasco,  ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian. Ma cosa dobbiamo aspettarci ora dopo le 24 ore che hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso? Nicola Pedde, direttore di IGS - Institute for Global Studies già a capo della Ricerca sul Medio Oriente presso il Centro Militare di Studi Strategici, è intervenuto domenica 14 aprile a In mezz'ora, il programma condotto da Monica Maggioni su Rai3. 

 

"C'è una posizione serpeggiante che dovrebbe essere al centro delle nostre preoccupazioni - afferma l'esperto di Medio Oriente e di strategia militare - è quella di riconoscere che l'Iran militarmente non ha la capacità di sostenere un conflitto con Israele o con gli Stati Uniti". L'unica capacità di Teheran "per scoraggiare gli avversari", continua Pedde, "è quella di sviluppare un sistema di vera deterrenza, ossia un'arma nucleare. Questa è la linea rossa che non è mai stata varcata ma che è oggetto di dibattito". Basti pensare che la solitamente cauta Agenzia dell'energia atomica ha detto che c'è una pericolosa accelerazione, ricorda l'esperto. 

 

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