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Alessia Pifferi in aula: "Mia figlia un regalo". Il pm: "Mira a sconti di pena"

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"Voglio dire davanti a tutta Italia che non ho mai voluto far del male a mia figlia, non l’ho uccisa, non mi è mai passato per la mente di uccidere mia figlia, non è stata una cosa premeditata". Sono le parole pronunciate da Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio della figlia di 18 mesi, nell’aula del processo in corso a Milano. Nelle dichiarazioni spontanee, l’imputata parte dall’infanzia e si descrive come una "bambina isolata, non avevo amici della mia età e a scuola avevo l’insegnate di sostegno", racconta di un abuso subito da minorenne mai svelato alla famiglia, dell’abbandono scolastico a cui lei era contraria, e di come "tutti gli uomini che ho avuto mi prendevano in giro e giocavano con me". Parla anche di un difficile clima con la famiglia, accusata di essere assente: "mia sorella mi ha sempre odiata e non so perché e non sapevo di tutte le problematiche, le patologie che ho. Se lo avessi saputo penso che avrei fatto un percorso psicologico, psichiatrico, mi sarei curata".

 

 

Poi è un fiume in piena sulla piccola Diana. "Non ho mai voluto fare del male a mia figlia, non ho ammazzato mia figlia, non ci ho mai pensato, non mi è mai neanche passato per la mente di uccidere mia figlia, non è stata una cosa premeditata, mai nella mia vita ho pensato che potesse accadere una cosa del genere alla mia bambina", spiega l’imputata. "Mi trovo in una situazione umiliante, delicata e in carcere sono sempre chiusa in una cella, non posso fare niente, non mi fanno fare dei corsi, il che mi sta facendo uscire di testa, mi sta mandando in depressione totale. Non c’è né giorno, né minuto in cui non penso a mia figlia Diana. Diana è venuta al mondo all’improvviso, non sapevo di essere incinta, l’ho accettata ed è stata il regalo più bello che la vita potesse farmi", dichiara.  

 

 

Versione, quella di Pifferi, che non corrisponde a quella del pm. L'imputata viene descritta come una donna bugiarda, che mira a "sconti di pena", che "continua a mentire anche davanti al cadavere della figlia e che pensa alla versione migliore da offrire a chi ascolta", una madre che mira a "dimezzare, ridurre le proprie responsabilità caricandole su altri". Una donna, che spiega il pm di Milano Francesco De Tommasi nella sua requisitoria, "appena trova sua figlia senza vita, a causa di una condizione che lei ha creato, ha come unica preoccupazione ’mi arrestano?’ È preoccupata di difendere se stessa, non di prendere atto di quello che è accaduto, ogni spiegazione che offre è in chiave di auto difesa", conclude. 

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