Suviana, "pezzi schizzati in ogni direzione": il racconto choc del sommozzatore
È partita l'indagine sulla strage di Suviana e si cercano disperatamente i 4 ancora dispersi all'interno della centrale idroelettrica di Enel Green Power. Disastro colposo e omicidio colposo sono i reati ipotizzati dalla Procura di Bologna guidata da Giuseppe Amato, che con il pm Flavio Lazzarini ha disposto alcune perizie per stabilire le cause dell'esplosione della turbina. Dopo una sospensione di alcune ore, necessaria per mettere in sicurezza la struttura, che scende fino a 40 metri sotto il livello del bacino artificiale di Bargi, sono riprese in serata le operazioni dei quattro lavoratori al momento dell'incidente si trovavano al piano -8, rimasto allagato a causa dello scoppio avvenuto al piano superiore. Ora è spuntata la testimonianza del comandante dei sommozzatori della Guardia di Finanza di Rimini.
"Impossibile continuare". I vigili del fuoco si arrendono a Suviana: serve un miracolo
"Ho visto pareti spesse un metro e 80 letteralmente sfondate come fossero di cartongesso. L’esplosione deve essere stata tremenda": questo il commento di Giovanni Cirmi, in un’intervista concessa a Repubblica all’indomani della strage alla centrale elettrica di Enel Green Power a Suviana. "L’immagine di quelle grosse pareti abbattute dai pezzi di turbina schizzati via in ogni direzione con una violenza inaudita, non sarà facile da dimenticare", ha ammesso. "Abbiamo potuto ispezionare soltanto il livello a meno 8, parliamo di 40 metri di profondità. Gli altri due piani inferiori erano già completamente allagati e l’acqua stava iniziando a salire. Siamo andati avanti fin che è stato possibile, ma a quel punto siamo stati costretti a risalire, era troppo pericoloso continuare. Non c’erano le condizioni di sicurezza minime per continuare a operare", ha raccontato. Purtroppo, "le condizioni oggettive ci dicono che le possibilità sono poche, ma fin quando c’è anche una sola possibilità noi come sempre faremo tutto il possibile".