strage

Suviana, stallo nelle ricerche dei dispersi. “Situazione drammatica, serve un miracolo”

È di tre vittime, cinque persone ferite e quattro disperse il bilancio provvisorio dell’esplosione verificatasi ieri pomeriggio a Bargi, in una centrale idroelettrica Enel nel bacino artificiale di Suviana, sull’Appennino bolognese. Una turbina è esplosa al piano -8 dell’impianto, causando un crollo che ha coinvolto i tecnici che lavoravano in quell’area, mentre «l’acqua ha riempito il nono e il decimo piano» della centrale, ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Bologna, il Generale Ettore Bramato, che ha spiegato che «la pressione dell’acqua è una situazione delicata da monitorare». In queste ore l’acqua continua a salire impedendo le operazioni di soccorso: «Non sappiamo da dove arriva l’acqua, probabilmente dalla conduttura che è sopra a monte e che lentamente si sta svuotando», ha detto il portavoce del corpo nazionale dei vigili del fuoco, Luca Cari. «Se avremo conferma che effettivamente è quella conduttura che continua a scaricare acqua e finita quella non ci sono altri pericoli, i sommozzatori potranno lavorare in maggiore sicurezza, seppure in uno scenario difficile e complesso. Le ricerche non sono tecnicamente sospese, ma al momento i vigili del fuoco si trovano costretti a studiare una riprogrammazione dell'intervento. Stanotte è cominciato a salire il livello dell'acqua, quindi dove fino a metà nottata potevamo lavorare con le squadre di ricerca tra le macerie era il piano -8, che era una zona asciutta ma salendo l'acqua, che adesso ha superato il metro oltre il livello -8, è impossibile continuare a fare ricerca tra le macerie», le parole di Cari.

 

 

Che nel suo intervento su Rete4 dalla centrale idroelettrica di Bargi, frazione di Camugnano, ha poi gelato il sangue dei parenti delle vittime dei dispersi: «La speranza è d’obbligo soprattutto per chi sta facendo le ricerche. Noi abbiamo come intenzione quella di trovare persone in vita, ma oggettivamente è uno scenario che non ci rende ottimisti. Le possibilità di trovare dei sopravvissuti? Siamo – l’amara conclusione - nel campo dei miracoli».