Morbillo, Bassetti prevede un'estate infernale: "Epidemia partita, il peggio deve arrivare"
I dati sul morbillo pubblicati oggi dall’Iss «confermano che purtroppo in questo 2024 è partita un’epidemia: abbiamo numeri significativi, 213 casi in 3 mesi, rispetto al 2023 con pochi casi. È solo l’inizio, il peggio deve arrivare e temo che sarà a cavallo dell’estate. La popolazione colpita è non vaccinata o con una sola dose, tra 15 e 40 anni, una fascia già messa in evidenza dal report dell’Ecdc che aveva registrato 30mila casi nel 2023. Mi colpisce che nessuno si preoccupi per le complicazioni: non è una malattia tranquilla e gestibile, se la prendi in età adulta può essere grave e dare complicazioni». Così all’Adnkronos Salute il primario di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti. «La vaccinazione è lo strumento di protezione che il Servizio sanitario nazionale deve mettere in campo - suggerisce Bassetti - Non è più iniziativa del singolo, ma serve l’intervento dello Stato che deve tutelarsi con le vaccinazioni».
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Il ritorno del morbillo in Italia, con 86 casi segnalati solo a marzo (aumentati del 150% rispetto ai 34 di gennaio) per un totale di 213 da inizio 2024, «non vede altra opzione se non la vaccinazione». Per Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, c’è «la necessità di promuovere campagne per ripristinare la protezione vaccinale. Serve informazione - spiega all’Adnkronos Salute commentando l’ultimo bollettino diffuso dall’Istituto superiore di sanità - e serve un impegno proattivo da parte dei Dipartimenti di prevenzione», una chiamata alla vaccinazione per le categorie a più alto rischio di contagio. Oltre a proteggere i non vaccinati, secondo l’esperto occorre «recuperare le seconde dosi mancate per quanto riguarda i giovani», mentre «fra gli adulti bisogna puntare ai soggetti più esposti, come insegnanti e operatori sanitari». «Sicuramente vediamo una situazione legata al calo della copertura vaccinale», sottolinea Pregliasco. «Essendo il morbillo una malattia con un indice di trasmissibilità R0 molto alto (ogni caso ne può generare 13-15), e avvenendo il contagio attraverso il respiro, l’unica strategia - insiste il medico - è la vaccinazione».