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Ilaria Salis, Tajani avverte la sinistra: politicizzare il processo la danneggia

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L'italiana detenuta in Ungheria accusata di aver partecipato a un pestaggio contro attivisti neonazisti, Ilaria Salis, resta in carcere a Budapest. Lo ha deciso il giudice che ha respinto l’istanza per ottenere i domiciliari nell'udienza di oggi, giovedì 28 marzo. La maestra 39enne di Monza, è entrata oggi in nell'aula del tribunale ungherese di nuovo in catene. Sulla vicenda si è espresso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenuto a Cinque minuti, il programma condotto da Bruno Vespa su Rai1. 

 

"Non condivido la scelta di condurre in carcere una detenuta con le catene alle mani ai piedi e legata. Quindi continueremo a protestare perché si rispettino tutte le norme comunitarie in materia di trattamento dei detenuti soprattutto quelli in attesa di giudizio", ha detto il capo del Viminale secondo quanto è stato anticipato della puntata di questa sera. "Il giudice evidentemente non ha voluto concedere i domiciliari, secondo me sbagliando", ha aggiunto. "Credo - ha però sottolineato Tajani - che politicizzare questa vicenda non fa bene alla detenuta Salis: se noi la vogliamo riportare in Italia dobbiamo agire con diplomazia con serietà con prudenza. Organizzare manifestazioni politiche significa danneggiare la Salis perché si arriva ad uno scontro con la magistratura del paese, che è libera poi di decidere come ritiene più opportuno".

 

Tuttavia, Il Partito democratico starebbe addirittura considerando la possibilità di candidare Salis alle prossime elezioni europee. L'idea, secondo quanto ha riportato Repubblica, sarebbe stata proposta direttamente dalla segretaria Elly Schlein, durante una riunione con i suoi collaboratori sulle liste. 

 

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