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Papa Francesco è ancora raffreddato: "Non posso leggere bene". Che succede

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"Ho preparato un discorso ma, come si vede, non sono in capacità di leggere per la bronchite. Ho chiesto di leggerlo a Ciampanelli": sono queste le parole che, il 2 marzo, Papa Francesco ha pronunciato prima di presiedere l’inaugurazione del 95esimo Anno Giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. E oggi è successo di nuovo. "La catechesi di oggi la leggerà un monsignore, un mio aiutante, perché ancora sono raffreddato e non posso leggere bene", ha comunicato il Pontefice all’inizio dell’udienza di oggi, spiegando direttamente ai fedeli riuniti in piazza San Pietro il motivo per cui non avrebbe letto la catechesi, incentrata sul vizio della superbia. Parole, queste, che hanno subito destato la preoccupazione dei fedeli. 

 

 

Nonostante le temperature non ancora primaverili, il Santo Padre, reduce dal malanno sopra anticipato, è arrivato all'udienza generale a bordo della Papamobile e ha fatto un ampio giro sula piazza. Papa Francesco, coperto da un pesante cappotto bianco, ha prima benedetto i fedeli e poi, con la jeep, ha raggiunto il sagrato dove è stato aiutato a scendere. La catechesi, letta appunto da un suo "aiutante", è stata dedicata al vizio capitale della superbia. "Ti accorgi di avere a che fare con un orgoglioso quando, muovendo a lui una piccola critica costruttiva, o un’osservazione del tutto innocua, egli reagisce in maniera esagerata, come se qualcuno avesse leso la sua maestà: va su tutte le furie, urla, interrompe i rapporti con gli altri in modo risentito".

 

 

 

Per Bergoglio "c’è poco da fare con una persona ammalata di superbia. È impossibile parlarle, tantomeno correggerla, perchè in fondo non è più presente a sè stessa. Con essa bisogna solo avere pazienza, perchè un giorno il suo edificio crollerà". "La salvezza passa per l’umiltà, vero rimedio a ogni atto di superbia", ha concluso il Papa, "Nel Magnificat, Maria canta il Dio che con la sua potenza disperde i superbi nei pensieri malati del loro cuore. È inutile rubare qualcosa a Dio, come sperano di fare i superbi, perchè in fin dei conti Lui ci vuole donare tutto". 

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