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Anpi, “non è un genocidio a Gaza”. Bufera tra partigiani, ecco le dimissioni
Roberto Cenati, da 13 anni alla guida dell’Anpi provinciale di Milano, questa mattina ha annunciato le sue dimissioni di fronte all’assemblea dei presidenti di sezione e al comitato provinciale, in polemica con la posizione sulla Palestina tenuta dall’associazione a livello nazionale. «Non sono d’accordo sulla linea dell’Anpi nazionale che il 9 marzo farà una manifestazione nazionale con la Cgil in cui ha inserito anche l’espressione ’impedire il genocidio’. ’Genocidio’ è diventato una parola virale, ma va trattato con grande cura», la spiegazione di Cenati all’Adnkronos. «Abbiamo avuto l’attacco barbaro di Hamas che ha massacrato i civili e la reazione d’Israele è stato un bagno di sangue, però l’obiettivo è quello di colpire Hamas, che a sua volta vuole la distruzione di Israele, è contrario alla soluzione ’due popoli e due Stati’ e vuole la caccia agli ebrei», ha evidenziato Cenati, ribadendo che la parola «genocidio non è un formalismo, vuol dire che un Paese vuole sterminare un altro popolo dalla prima all’ultima persona, ma non c’è nelle intenzioni lo sterminio di un intero popolo».
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«La frase ’impedire il genocidio’ è stata usata dal tribunale dell’Aja, ma in fase istruttoria. Non c’è una sentenza di genocidio», evidenzia Cenati, ribadendo che è «sbagliato usarla tra le parole d’ordine», perché «genocidio vuol dire sterminio scientifico e programmato di un intero popolo, Benjamin Netanyahu certamente sta compiendo un bagno di sangue ma il governo israeliano, che non ascolta nemmeno gli Stati Uniti, non si prefigge lo sterminio di un intero popolo, ma di eliminare Hamas, che a sua volta vuole l’eliminazione di Israele e la caccia agli ebrei».
Una posizione quella di Cenati che lo isolava all’interno dell’associazione partigiani. «Io non posso dire che una frase non mi va e rimanere» presidente dell’Anpi, associazione in cui «l’espressione ’impedire il genocidio’ è ormai diffusa», tanto a livello nazionale, quanto a livello di circoli milanesi, che spesso aderiscono ai cortei pro-Palestina. Anche ai loro presidenti Cenati ha annunciato la volontà di fare un passo indietro. «Hanno accolto bene le mie dimissioni, sono state io a preannunciarle, perché ritenevo doveroso non passare da vittima, ma dire che non condivido più la linea e a questo punto il mio percorso finisce», il commento finale.