Strage di Erba

Quarto Grado, il racconto inedito di Olindo: "Non ci abbiamo visto più"

Condannata all’ergastolo con il marito Olindo Romano per la strage di Erba, Rosa Bazzi esce dal carcere ogni giorno per lavorare in una cooperativa sociale. Il programma del venerdì di Rete 4, Quarto Grado, ha rivelato ieri che la donna, dopo 17 anni di detenzione, da gennaio 2024 esce ogni giorno dal carcere di Bollate. Alle prime luci dell’alba, dal lunedì al venerdì, raggiunge il posto di lavoro che le è stato assegnato presso una cooperativa nell’hinterland milanese. Ma il colpo di Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero è stato doppio. Nel corso della puntata, infatti, i conduttori hanno mandato in onda il racconto inedito di Olindo. "La comunicazione del processo è arrivata tre mesi prima. La cosa che mi ha dato più fastidio è stata questa, che in quei giorni lì, il marito è arrivato dentro con il furgone tutto scassato. Raffaella (Castagna, ndr) ha detto a mia moglie 'quando andiamo in tribunale, con i soldi che prendiamo, ci compriamo un furgone noi'. Lì non ci abbiamo più visto. Abbiamo provato a seguirla per darle giù quattro legnate. Poi ci è andata male. Quella sera lì ci è andata bene. Io non voglio giustificarmi. Noi non avevamo un piano per ammazzarli, volevamo solo dare una fila di botte", ha dichiarato. 

 

 

Ma Olindo Romano, che ha ammesso di non provare rimorso per l'omicidio plurimo, ha raccontato di aver tentato di colpire Raffaella Castagna, trentenne impiegata part-time, già prima: "L'aspettavamo nel portoncino con la spranga di ferro. Quella sera lì ci è andata bene perché siamo arrivati e c'era la porta aperta. La terza volta è andata bene. Io avevo la spranga e mia moglie il coltello. Quella sera sono entrato prima io perché mia moglie è piccolina, aveva mal di testa. La prima che c'era davanti era Raffaella. Due colpi, un colpo ed è caduta per terra secca. La madre idem. Non ho visto cosa ha fatto mia moglie. Ma sicuramente è andata là e ha sgozzato il bambino. Poi non so se ha dato qualche coltellata anche a Raffaella. Dopo abbiamo dato fuoco, abbiamo chiuso la porta, e ce ne siamo andati", ha continuato. Qual è il motivo della strage? "Io sono tranquillissimo. Però la spugna quando è piena, esplode. Avevo anche vergogna ad andare a suonare il campanello e a dire se ci lasciava dormire. Tirava fuori tutte le scuse possibili. Poi, sono arrivati i tossici e i drogati. Io non sono mai stato razzista, ci sono diventato. L'abbiamo seguita e lei ha chiamato i vigili", ha detto. "L'abbiamo uccisa perché ci ha denunciati. La fine che ha fatto se l'è meritata", ha aggiunto l'uomo.