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Cisl, patto di responsabilità per fermare le stragi sul lavoro. Sbarra: "Un investimento"
Un patto di responsabilità che impegni governo, istituzioni, enti preposti e parti sociali per una «strategia nazionale» di prevenzione sul tema della salute e della sicurezza sul lavoro: è la proposta della Cisl che dopo la tragedia di Firenze ha lanciato in tutta Italia una mobilitazione nazionale con assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori con lo slogan «Fermiamo la scia di sangue». «Queste proposte - spiega la Cisl - vogliono richiamare tutti gli attori sociali ad una responsabilità collettiva e rilanciare una rinnovata stagione di confronto per fermare le morti e gli infortuni sul lavoro». Il documento predisposto della Confederazione di via Po - riferisce una nota - si articola in dieci punti programmatici con piani di interventi mirati: stabilire un sistema di qualificazione delle imprese al fine di introdurre criteri di accesso alle gare di appalto, private e pubbliche, sulla base del possesso di conoscenze, competenze, esperienza e professionalità delle aziende che intendono partecipare; definire gli obblighi formativi per tutte le figure della prevenzione in ambito lavorativo giungendo in tempi brevi all’approvazione dell’Accordo Stato-Regioni sulla formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro; prevedere anche per i grandi appalti privati le medesime garanzie di qualità, trasparenza, responsabilità in solido, regolarità contributiva e contrattuale previste per gli appalti pubblici; attingere agli avanzi di Bilancio dell’Inail per investimenti strutturali in tema di prevenzione, per la ricerca e l’innovazione e per intervenire sulle rendite previste dall’istituto in caso di infortunio ed eliminare la franchigia.
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E ancora: potenziare il personale per gli organi di vigilanza con nuove assunzioni; promuovere l’addestramento in ambito lavorativo svolto da personale qualificato; garantire in ogni realtà lavorativa la Rappresentanza per la sicurezza a livello aziendale, territoriale e di sito produttivo attuando il modello partecipativo; sostenere e proteggere tutti coloro che intendono denunciare illeciti, discriminazioni, mancate tutele a fronte di condizioni di illegalità, mancati diritti, negazione della dignità lavorativa; avviare un grande piano di formazione nelle scuole di ogni ordine e grado per trasferire adeguate conoscenze e competenze di base, per sviluppare un processo culturale di prevenzione in coloro che costituiscono il futuro della nostra società; assicurare in ogni realtà lavorativa una adeguata tutela della salute prevedendo la sorveglianza sanitaria per ogni lavoratore/trice non ridotta alle sole visite mediche periodiche. «Non possiamo più accettare questa strage infinita che spezza più di mille vite l’anno e sfregia i valori della democrazia e della Costituzione». Lo ha detto il leader Cisl Luigi Sbarra, intervenendo a Roma all’assemblea sindacale della Filca Cisl presso il cantiere edile di via Milano dove ha incontrato i lavoratori del settore. «Ma per incidere veramente sulle scelte e sulle politiche di questo Paese e ’fermare la scia di sangue nelle fabbriche, sui cantieri, sui campi, in tutti i luoghi della produzione - ha sottolineato Sbarra - ci vuole concretezza, costanza e determinazione. Per questo abbiamo deciso di avviare una mobilitazione in tutta Italia, partendo dai luoghi di lavoro, dai territori. Vogliamo dare alla nostra lotta un orizzonte lungo, che non si esaurisca nella fiammata emotiva di qualche giorno, ma si irradi dal basso, in modo capillare, partendo dall’incontro con le persone, arrivando alle istituzioni nazionali, alla politica, al sistema delle imprese. Un cammino che crei finalmente le condizioni necessarie alla costruzione concertata di una strategia nazionale qualificata su alcuni punti che riteniamo indispensabili».
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«Servono più ispettori e medici del lavoro - ha precisato il sindacalista - vanno incrociate le banche dati e incrementate le ispezioni, bisogna stabilire un sistema di rating delle imprese per introdurre criteri di accesso alle gare. Le garanzie sugli appalti pubblici vanno estese ai grandi cantieri privati e la formazione per lavoratori e datori di lavoro deve diventare obbligatoria. Chiediamo inoltre una stretta penale per le aziende che non rispettano le regole e di orientare l’avanzo di Bilancio Inail, circa 2 miliardi l’anno, su prevenzione e rendite per le vittime. Altra questione fondamentale riguarda i poteri dei delegati per la sicurezza, che devono essere estesi secondo criteri partecipativi. La sfida è anche culturale, per questo occorre avviare un grande piano di formazione già a partire dalle scuole dell’obbligo. Sono queste le linee del nostro »decalogo per la sicurezza« che porteremo in ogni assemblea, in ogni incontro di queste settimane e su cui chiediamo immediata convocazione al Governo». «La sfida si vince insieme: politica, sindacato e imprese. Serve una grande alleanza che cambi realmente e stabilmente le cose», ha concluso