Corte d’appello
Lgbt, la Corte d’appello di Milano non riconosce la trascrizione per i figli di due donne
La corte d’appello di Milano ha accolto l’appello della procura guidata da Marcello Viola e ha dichiarato «ammissibile il reclamo» che riguarda le trascrizioni di figli di tre coppie con due madri. In sintesi, a essere riconosciuta come mamma è solo la madre biologica.
La sezione Persone minori e famiglie della corte d’Appello milanese, composta dai magistrati Fabio Laurenzi (presidente), Alessandra Arceri e Maria Vicidomini (consiglieri), si è pronunciata su tre ricorsi riguardo la rettificazione di iscrizioni sul Registro dello Stato civile della doppia maternità realizzata all’estero mediante fecondazione assistita e «ha accolto, e per l’effetto ha dichiarato ammissibile il reclamo proposto dalla procura di Milano avverso i decreti del tribunale coi quali si era ritenuto inammissibile» la procedura di rettificazione. La corte ha dichiarato «illegittima l’iscrizione sul Registro degli atti di nascita della doppia maternità del bambino» resta fermo il riconoscimento del figlio da parte della «madre partoriente», mentre «la donna non partoriente - che possieda i requisiti necessari - ha accesso alla procedura di adozione in casi particolari» si legge in una nota della presidenza della corte d’Appello. Con la decisione attuale l’atto di nascita non è più valido, da oggi questi tre bambini non hanno più la seconda madre.
La questione sulle ‘famiglie arcobaleno’ era stata sollevata dopo che lo scorso aprile la circolare del Ministero dell’Interno invitava a fermare i riconoscimenti dei sindaci, scelta che ha portato le procure a chiedere l’annullamento della trascrizione. Dopo il caso per cui i giudici avevano già annullato atti analoghi con due padri, accettando il ricorso e stabilendo che i due papà devono essere riconosciuti con l’adozione in casi particolari, da oggi per la corte milanese questi bambini non hanno più due madri. Un boccone amaro da mandare giù per la comunità Lgbt.