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Carceri, altri due suicidi e la sinistra accusa il governo. Delmastro: “Vostra eredità”
Continua a salire il tragico bilancio dei suicidi nelle carceri italiane. Nel giro di 24 ore altri due detenuti si sono tolti la vita in cella, rispettivamente a Verona e a Carinola, nel Casertano. Sono ora 15 i suicidi avvenuti in carcere nei primi 35 giorni del 2024. Nel carcere di Verona Montorio un detenuto è stato trovato impiccato nella sua cella della sezione infermeria intorno alle 20 di sabato: si tratta, ha fatto sapere il sindacato Uilpa Polizia penitenziaria, di un detenuto di origini ucraine che già un mese fa si era tagliato la gola e per questo era stato ricoverato in ospedale. Per il penitenziario scaligero si tratta del quinto suicidio nel giro di poche settimane. Poco dopo è giunta la notizia di un altro suicidio, stavolta nel carcere di Carinola, in provincia di Caserta: qui un detenuto 59enne è stato trovato impiccato nella propria cella e sono risultati inutili gli interventi degli agenti della polizia penitenziaria e dei sanitari nel disperato tentativo di salvarlo.
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«Nostro malgrado la carneficina nelle carceri del Paese continua, così come proseguono il malaffare, le risse, le aggressioni alla Polizia penitenziaria, il degrado e molto altro ancora», commenta Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, ricordando che «anche un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria due settimane fa si è tolto la vita». Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), si dice «costernato e affranto: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea». «È un massacro, pochi uomini e male organizzati. Nonostante le promesse della politica il sistema è da rinnovare integralmente, a partire dai vertici, pena danni irreparabili non solo per l’utenza e per il personale che opera nelle carceri ma anche per la collettività nazionale», sottolinea il segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci. «La tendenza drammatica dei suicidi in carcere è sorprendente soprattutto per la politica che è indifferente e vive in silenzio. Il tasso di suicidi in carcere è 20 volte superiore ai suicidi delle persone libere. Occorrono risposte concrete qui e ora, prima che ci sia l’irreparabile», commenta Samuele Ciambriello, garante campano delle persone private della libertà personale e portavoce nazionale della Conferenza dei garanti locali dei detenuti.
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«Siamo quest’anno a una media di circa due suicidi al giorno - evidenzia la senatrice Avs Ilaria Cucchi -. Un numero enorme ed è grave che questo succeda nell’inerzia di chi dovrebbe prendere decisioni e fare qualcosa contro il sovraffollamento delle carceri». Dura anche la segretaria del Pd Elly Schlein: «Nordio parla delle riforme che immagina di fare, ma diciamoci la verità: questo governo da quando è arrivato sulla giustizia ha avuto un approccio da populismo penale». La risposta alle critiche arriva, secca, dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, secondo il quale «una sinistra, spudorata o smemorata, tenta di addebitare al governo Meloni la fotografia impietosa delle condizioni carcerarie che ha lasciato come inumana eredità». «Stiamo alacremente lavorando per risolvere due precise condizioni ereditate - aggiunge il sottosegretario - il sovraffollamento determinato da carenza di posti e la mancanza di educatori negli istituti. La tragiche morti imporrebbero meno strumentalità». Dal canto suo Schlein sottolinea che «ci vorrebbero molti più investimenti e lo stesso personale di polizia penitenziaria è stremato», mentre Cucchi incalza «la soluzione non è costruire nuove carceri, ma rendere efficienti quelle che ci sono e mettere il personale che ci lavora nelle condizioni di poter garantire una qualità di vita dignitosa ai detenuti».