violenza di gruppo
Violenza Catania, i sette egiziani ospiti nei centri di accoglienza. Il racconto choc della 13enne
Urla ed emette gridi strazianti: ma nessuno la sente. Se non il suo fidanzato, 17enne, che però può solo assistere inerme – perché immobilizzato - allo stupro dell’adolescente di 13 anni di Catania perpetrato da sette ragazzi di origine egiziana di età compresa fra i 15 e i 19 anni. Erano le 19.30 del 30 gennaio 2024, e nella catanese Villa Bellini una ragazzina si stava dimenando per sfuggire alla morsa dei due stupratori, mentre gli altri 5 guardavano tenendo fermo il fidanzato. “Vi imploro, vi supplico, non mi fate del male, lasciatemi andare”, ma nessun passante può intervenire per salvarla, perché a quell’ora il parco è vuoto. Sono queste le parole di disperazione pronunciate dalla vittima, raccontate agli inquirenti. “Gli chiedevamo di lasciarmi stare, io e il mio ragazzo, ma continuavano a toccarmi”, senza scampo. L’agguato, cominciato vicino ai bagni del giardino pubblico nel pieno centro di Catania, è durato mezz’ora: i due aggrediti hanno sfruttato un attimo di distrazione per divincolarsi e raggiungere via Etnea, una delle strade principali della città, dove sono stati soccorsi riuscendo finalmente a contattare i Carabinieri. Da lì il trasporto al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Cannizzaro, dove è stato confermato lo stupro in base ai segni sul corpo della minore.
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Il branco di 7 egiziani responsabili dello stupro, sbarcati clandestinamente via mare in Sicilia e ospiti del centro migranti - non rimpatriabili in quanto 3 di loro ancora sedicenti minorenni – sono stati rintracciati in meno di 48 ore dagli inquirenti grazie all’apporto dei video di sorveglianza e alla descrizione fisica delle due vittime. Inoltre, le analisi dei Ris hanno rivelato la presenza di liquido salivare e seminale sui vestiti della ragazzina corrispondenti al DNA di uno degli accusati. La ragazza violentata ha avuto la lucidità di riconoscere infatti tre degli aggressori, fornendo una prova inconfutabile di quanto accaduto. L’udienza per la convalida del fermo è prevista entro lunedì, nel Palazzo di Giustizia di Catania, dove si terrà anche il primo interrogatorio di garanzia davanti al gip. Per 3 dei maggiorenni, ora, si sono aperte le porte della casa circondariale di Catania Piazza Lanza, mentre uno è stato posto agli arresti domiciliari. I 3 minori, invece, sono stati condotti al Centro precautelare di Prima Accoglienza di Catania in attesa del processo. Mentre per la vittima si aprirà tutto l’iter di supporto dal punto di vista psicologico, di cui avrà purtroppo bisogno per affrontare, e possibilmente superare, il trauma.