Ilaria Salis, memoriale choc: "Come un bestia al guinzaglio"
Un memoriale scritto di proprio pugno dal carcere di Budapest, fatto arrivare il 2 ottobre scorso al consolato italiano per farlo avere al suo avvocato italiano: il testo, che descrive le condizioni in cui è stata trattata Ilaria Salis, è stato mostrato mercoledì 31 gennaio in esclusiva dal Tg La7. "Sono trattata come una bestia al guinzaglio", "da tre mesi sono tormentata dalle punture delle cimici nel letto", "l’aria è poca, solo quella che filtra dallo spioncino": queste alcune delle frasi del memoriale della 39enne italiana, scritto quando Ilaria Salis era in carcere da otto mesi e non aveva ancora potuto parlare col proprio legale.
L’insegnante milanese, che avrebbe subito questo trattamenti fin dal suo arrivo al penitenziario, scrive di trovarsi in condizioni igieniche precarie e di soffrire di scarsa alimentazione; riferisce inoltre la convinzione degli avvocati ungheresi di non poter far nulla riguardo alle sue condizioni. Racconta le circostanze dell'arresto, lasciata senza indumenti, con solo mutande, reggiseno e calzini: "Sono stata costretta a rivestirmi con abiti sporchi, malconci e puzzolenti che mi hanno fornito in questura e a indossare un paio di stivali con i tacchi a spillo che non erano della mia taglia".
"Si trascorrono 23 ore su 24 in cella completamente chiusa: c'è una sola ora d'aria al giorno e la socialità non esiste. Tutte le mattine ci svegliamo alle 5.30. Ogni volta che dobbiamo sostare in corridoio dobbiamo stare rivolte verso il muro". L'unico svago è un laboratorio di attività manuali, ma non viene pagata "in quanto detenuta straniera". Sulle condizioni si salute, Salis afferma che deve tenere sotto controllo un nodulo. A marzo, un mese dopo l'arresto, avrebbe avuto un'ecografia programmata in Italia. Riesce a farla a metà giugno, ma non le consegnano il referto: "La dottoressa mi ha detto a voce che andava tutto bene e che non dovevo svolgere altri controlli".