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Sinner, "l'Italia che ci piace". Meloni lo accoglie a Palazzo Chigi con un video

L'uomo sulla bocca di tutti è lui, Jannik Sinner, il tennista azzurro che a 22 anni ha vinto in Australia il suo primo Slam. Il campione altoatesino è stato ricevuto a Palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni che poco dopo un incontro ricco di emozioni ha scritto sui social: "L’Italia che ci piace: capace di credere in sè stessa e di reagire davanti alle sfide difficili. E di vincere. Grazie per l’esempio che hai dato, Jannik, agli amanti dello sport, ai nostri giovani e all’Italia tutta"; scrive su X il presidente del Consiglio che posta il video dell’abbraccio con il campione. 

 

Sorrisi e abbracci, la grande coppa, la foto insieme dietro la bandiera dell’Italia. "Grandissimo...", afferma Meloni accogliendo Sinner ridendo, "ti volevamo fare rivedere una cosa", gli dice poi mostrando il video del momento della vittoria, quando il tennista si abbandona al suolo del campo blu di Melbourne. "Perché a quel punto stavamo tutto così, così immobili...", dice la premier al campione raccontando dell’Italia col fiato sospeso, "è più bello viverlo in quel momento", racconta Sinner a Meloni, ricordando con lei un momento destinato a rimanere alla storia dello sport italiano.

 

"Quello con la Premier Meloni è stato un bellissimo incontro. C’è stato un lungo confronto tra due caratteri pimpanti, con grande personalità e intelligenza seppur di generazioni differenti. Due forti personalità vincenti. Io facevo da arbitro"; è il commento del presidente della Fitp, Angelo Binaghi, . "Arrivo dall’altro capo del mondo- ha aggiunto Binaghi a margine della presentazione del rapporto Sport 2023 di Ics e Sport e Salute- C’è un livello di popolarità raggiunto che non avrei mai immaginato. Non si può lasciare più Jannik da solo. Lui è un personaggio molto positivo anche al di fuori del tennis e dello sport. Alla premier Meloni ho detto che è uno straordinario strumento per trasmettere concetti positivi alle nuove generazioni soprattutto. È un italiano diverso dallo stereotipo al quale siamo abituati".