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Patto migranti "conforme", la Consulta albanese demolisce i teoremi della sinistra

Un voto a Tirana fa crollare il castello di carte della sinistra italiana sui migranti. La Corte costituzionale albanese si è espressa in favore dell’accordo tra il governo di Giorgia Meloni e quello di Edi Rama per la realizzazione di centri di accoglienza dei migranti in Albania. La Consulta di Tirana ha respinto il ricorso di costituzionalità che era stato presentato il mese scorso dai deputati del Partito democratico all’opposizione albanese, dando così di fatto il via libera al Trattato con l’Italia sui migranti. L’intesa è passata con 5 voti favorevoli e 4 contrari, riporta la stampa locale. 

 

Insomma, l’intesa siglata a Roma dai premier Meloni e Rama risulta "conforme" alla costituzione albanese. L'ultimo ostacolo al via libera esecutivo del piano è un passaggio parlamentare che a questo punto non vedrebbe ostacoli. Dopo di che l’accordo potrà entrare in vigore. "La Corte ha valutato che il 'protocollo sulla migrazione' non stabilisce confini territoriali e neppure altera l’integrità territoriale della Repubblica d’Albania, pertanto non costituisce un accordo relativo al territorio dal punto di vista fisico'", si legge nella nota ufficiale della Consulta albanese anticipato dal Corriere. In sintesi, la compresenza del diritto albanese e di quello italiano, una sorta di "giurisdizione duplice", nelle due zone scelte "non esclude la giurisdizione albanese e "non crea nuovi diritti e libertà costituzionali e non impone restrizioni aggiuntive ai diritti e alle libertà umane esistenti, al di là di quanto previsto dall’ordinamento giuridico albanese".

 

Esulta Fratelli d'Italia: "La sinistra nostrana, che in questi giorni si era affannata a chiedere di fermare l’iter parlamentare di approvazione del trattato sull’assunto, falso, che la Corte Costituzionale albanese ne avrebbe sancito l’incostituzionalità, è stata smentita ancora una volta dalla storia", dichiara la deputata di FdI Sara Kelany, responsabile nazionale immigrazione  del partito. La parlamentare fa notare come durante l’esame del ddl le opposizioni "hanno poggiato tutto sulla pendenza di questo ricorso per cercare di interrompere l’iter. Ebbene le cassandre di sinistra, sempre pronte a formulare presagi di sventura, anche stavolta dovranno fare un passo indietro", ha affermato.