l'analisi
Mar Rosso, i rischi per le scorte di gas in Italia: come stanno le cose
Nessun rischio per le forniture di gas italiane in caso di interruzione delle forniture in arrivo dal Medio Oriente a causa della crisi nel Mar Rosso dovuta ai ribelli Houti. Uno studio pubblicato dal centro di ricerche Ispi rassicura sulle prospettive degli approvvigionamenti anche in presenza dello scenario più avverso del conflitto. I dati elaborati dall’istituto indicano un brusco crollo (di circa il 75%) del numero di navi metaniere che trasportano il gas naturale liquefatto (gnl) dal Qatar attraverso il canale di Suez e verso i porti europei e per l’Italia il gnl qatarino rappresenta circa il 10% dei propri consumi nazionali ed è dunque una risorsa fondamentale. Ma, secondo gli analisti Ispi bisogna capire se le navi metaniere del Qatar che non attraversano Suez non stiano semplicemente compiendo un percorso più lungo circumnavigando l’Africa e, in secondo luogo, quanto durano eventuali interruzioni dei viaggi di quelle rimaste ferme.
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In ogni caso, si sottolinea, «ad oggi gli stoccaggi di gas in Italia sono a un livello del 73%, più alti rispetto alla media del 2015-2019 (65%). Ciò consentirà di arrivare senza grandi problemi alla fine della stagione invernale anche in caso di totale interruzione delle forniture dal Qatar».
Per il momento, inoltre, conclude l’analisi, «gli operatori di mercato europei non sembrano credere che una simile ipotesi possa realizzarsi: nell’ultimo mese il prezzo del gas al ttf di Amsterdam ha continuato a scendere, da circa 40 a 28 euro/mwh, allontanandosi ulteriormente dalla media annuale di 130 euro/mwh raggiunta nel 2022, in piena crisi energetica».