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Giorno della Memoria, a Roma e Milano niente cortei pro-Palestina. Ma scatta la ribellione
I cortei pro-Palestina inizialmente previsti per sabato 27 gennaio, almeno quelli ufficiali, saranno rinviati. Ma qualcuno non ci sta, e sono diverse le associazioni e i gruppi che hanno annunciato la loro volontà di scendere ugualmente in piazza nonostante il divieto. A Roma la decisione di spostare ad altra data la manifestazione, promossa dal Movimento Studenti Palestinesi in Italia, in concomitanza con il Giorno della Memoria, era nell'aria già da ieri, ma è divenuta una certezza nella giornata di venerdì, quando la Questura capitolina, rifacendosi alle indicazioni del ministero dell'Interno, ha diramato una nota ufficiale. "Si prescrive che l’iniziativa - si legge nella nota - debba svolgersi nelle stesse forme e modalità in altra data utile, indicata già a partire dal 28 gennaio”. A Milano la decisione di rinviare il corteo è giunta soltanto in serata, ed è stata comunicata su Instagram dall'Associazione dei Palestinesi in Italia. "Comunichiamo lo spostamento della manifestazione a domenica 28, nel rispetto dell'ordinanza stabilita delle autorità italiane", hanno scritto. Per il 27 gennaio alle 15, in piazza Loreto, si terrà invece una conferenza stampa "per chiarire le motivazioni dello spostamento della nostra manifestazione da sabato 27 a domenica 28".
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Conferma la volontà di scendere in piazza invece il gruppo dei Giovani Palestinesi. "Chi veramente crede ed esercita la memoria, chi veramente ha vissuto profondamente nella coscienza l'esperienza della Shoah, certamente capisce perché si deve scendere in piazza per fermare il genocidio che sta avvenendo in Palestina - scrivono in una nota -. Rispetto a quello che sta pagando il nostro popolo per la propria libertà questo piccolo atto di disobbedienza civile è un rischio trascurabile, anche considerando che, fino a prova contraria, manifestare è ancora un diritto in Italia”. A non volere rispettare il divieto del Governo sono anche Potere al Popolo e Unione Popolare che a LaPresse hanno detto: "Noi sfideremo i divieti del ministro Piantedosi. La sentenza de L'Aja dimostra che c'è un rischio concreto di genocidio a Gaza, come denunciamo da mesi insieme a tanti in tutto il mondo".
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La vigilia del Giorno della Memoria è stata però animata da diversi episodi e tensioni. A Roma, davanti al ministero della Difesa, durante un sit-in organizzato a sostegno della Palestina, i manifestanti hanno cercato di tingere di rosso una bandiera di Israele. Solo l'intervento dei poliziotti ha impedito il gesto. I manifestanti hanno esibito striscioni con scritto: "Stato italiano servo dello Stato d'Israele e del sionismo", e "Fermiamo la censura istituzionale. No alla complicità al genocidio. Palestina libera". Tra gli attivisti a sostegno della Palestina c'era anche Gabriele Rubini, noto come chef Rubio, che è stato fermato dalla Polizia per un controllo, venendo trovato in possesso di una tanica contenente verosimilmente sangue animale.