emergenza
Migranti, "l'Ue non vuole stati sovrani". Un grido a Bruxelles
Uno dei temi centrali delle prossime elezioni europee. Che sanciranno la vittoria, definitiva, dei mercanti di esseri umani o il ripristino del diritto internazionale. Le regole per contrastare gli sbarchi senza sosta di barconi provenienti dall'Africa sono stati al centro del convegno "L’immigrazione nell’Unione Europea: l’approccio degli Stati membri alla sfida", organizzato a Pisa dalla Fondazione Identità e Democrazia. All’evento hanno partecipato gli europarlamentari Susanna Ceccardi (Lega) e Thierry Mariani (Rassemblement National), i docenti universitari Marco Bassani e Luciano Bozzo, degli atenei di Milano e Firenze, e il direttore della Fondazione Identità e Democrazia Raphael Audouard.
“Bruxelles non vuole Stati liberi e sovrani che controllino i propri confini, vuole Stati asserviti a politiche immigrazioniste, perché così arrivano lavoratori a basso costo che favoriscono il business dei pochi che ci guadagnano e dei grandi magnati che finanziano le Ong e l’immigrazione clandestina - ha sottolineato l’europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi - Negli ultimi anni abbiamo visto demolire i pochi strumenti che avevamo a disposizione per proteggere i confini europei, a partire dall’agenzia Frontex che aveva nel proprio mandato quello di pattugliare e controllare le frontiere esterne dell’Ue e quindi anche dell’Italia. Frontex - ha proseguito Ceccardi - negli anni è stata trasformata in un’agenzia a tutela dei diritti umani. Tutti noi siamo per i diritti umani ma se gli unici che devono controllare non lo fanno più, le frontiere esterne non le protegge più nessuno”.
Uno dei nodi centrali del confronto tenutosi nella città toscana è stato l'atteggiamento di Bruxelles verso chi, tra mille difficoltà, prova a cambiare le carte in tavola. “Ogni volta che l’Italia o altri Paesi membri provano a controllare le proprie frontiere, arrivano le reprimende della Commissione europea e della Corte di giustizia europea, che ci richiamano perché le misure messe in campo sarebbero troppo draconiane. Tanto che Salvini - ha concluso Ceccardi - e’ finito a processo, perché quando era ministro degli Interni ha fatto il proprio lavoro e ha intrapreso una dura battaglia con Bruxelles sulle politiche migratorie”.