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Monte Compatri, dubbi sulla versione del patrigno di Alexandru Ivan: cosa non torna

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Andranno avanti per l’intera giornata di oggi le audizioni in caserma, a Frascati, di parenti e amici di Alexandru Ivan, il 14enne ucciso nella notte tra venerdì e sabato a Monte Compatri, vicino a Roma, nei pressi della stazione della metro C Pantano. Al momento, secondo quanto rivela l’Agi, ci sarebbero alcuni dubbi sulla testimonianza resa dal compagno della madre del 14enne che, secondo chi indaga, era il vero obiettivo del raid. «Mi avevano dato appuntamento per un chiarimento i due uomini con cui mi ero picchiato al bar verso le 23. Mi hanno scritto su Messenger perché siamo amici su Facebook, ‘Dobbiamo parlarti, dobbiamo chiarirci, vieni al parcheggio’ e io ci sono andato insieme ad Alexandru, suo nonno, suo zio materno, mia madre e mia sorella», ha spiegato Tiberiu Maciuca (28 anni) ai militari dell’Arma che lo hanno ascoltato come testimone. 

 

 

Ha negato, come suo fratello, di aver litigato per motivi di droga non dando però spiegazioni adeguate su un eventuale movente. Ha spiegato che i due erano dei «prepotenti» e «noi non siamo gente che può sopportare che qualcuno ti derida». Per questo ci sarebbe stata la lite nel locale che poi, tre ore più tardi, porterà all’omicidio del minorenne colpito con due proiettili di cui uno, mortale, all’addome. Ora è caccia ai tre - nomadi di origine romena, ma nati in Italia -, che erano nell’auto da dove sono partiti i colpi.

 

 

«Il colpevole deve pagare. Che ci faceva mio figlio alle tre di notte qui, alle tre? Non è una cosa  normale. Il compagno della mia ex moglie? Mi fidavo di lui. Sembrava una brava persona. Evidentemente mi sbagliavo», le prime parole di Eduard Ivan, il papà di Alexandru, giunto sul luogo del delitto.

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