contagi in salita
Influenza, la previsione di Matteo Bassetti: "Quando arriverà il picco"
Influenza, il picco è in arrivo. Secondo gli esperti, con il ritorno degli studenti sui banchi di scuola, ci sarà una forte ripresa dei contagi. Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, anticipa che il momento più difficile si registrerà nel corso dei prossimi 15 giorni. «L’ influenza H1N1 si definisce "suina" perché è la cosiddetta pandemica del 2009 che derivava in qualche modo dai maiali ma nella trasmissione umana questi animali non c’entrano. È ormai il ceppo di influenza A che da 15 anni è predominante nel mondo. Si chiama suina perché all’epoca fu per qualche motivo chiamata così ma che non ha niente a che vedere con quella che può essere l’ influenza dei maiali». L'ha affermato a Fanpage.it Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. «Ogni anno dal 2009 a oggi abbiamo sempre avuto persone che hanno avuto forme più gravi di H1N1, abbiamo avuto sempre persone che sono morte per questa infezione e che sono andate in rianimazione. Non c’è nulla di preoccupante salvo il fatto che quest’anno ci troviamo alle prese con una stagione influenzale particolarmente pesante ma non perché ci sono tanti casi gravi ma perché ce ne sono tanti» agggiunge.
«Credo che dovremo aspettare ancora questa settimana perché è probabile che il ritorno a scuola dei ragazzi abbia fatto da volano alla circolazione ulteriore del virus influenzale. Potremmo aver già raggiunto il picco ma starei ancora un po' ad attendere e a vedere che cosa succede nei prossimi 15 giorni. È evidente che basta sentire amici e parenti per capire che c’è una quantità di gente affetta da forme di infezione respiratoria che non si era mai vista prima». E conclude: «Abbiamo spiegato sin da subito ai cittadini che l’influenza si deve curare a casa e parlando col medico di base. Non vorrei che i due morti di cui si è parlato nei giorni scorsi portassero ad iper afflusso nei nostri ospedali. Non ci si deve allarmare. Dobbiamo dire però alla gente che bisogna tirare le orecchie a chi non si è vaccinato perché in quel caso si tratta di morti rubate».