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Biancofiore ricorda Frattini a un anno dalla morte: "Il suo ricordo vive in me"

Un'istituzione prima ancora che un servitore delle istituzioni, ricordato per la massima correttezza e l'innata gentilezza. Parole che descrivono il profilo di Franco Frattini, morto alla vigilia del Natale dello scorso anno dopo una lunga malattia, all'epoca presidente del Consiglio di Stato, culmine di una carriera costellata di incarichi di natura politica e amministrativa, che si sarebbe potuta concludere al vertice delle Istituzioni. Di lui infatti nel gennaio del 2022 si parlò per una candidatura alla Presidenza della Repubblica, prima della rielezione di Sergio Mattarella. Nato a Roma il 14 marzo 1957, Frattini nel 1981 diventa procuratore dello Stato e nel 1984 magistrato presso il Tribunale amministrativo regionale del Piemonte e dal 1986, quale vincitore di concorso, è Consigliere di Stato. Nominato segretario generale della Presidenza del Consiglio nel maggio del 1994, a gennaio del 1995 entra nel Governo di Lamberto Dini come ministro della Funzione pubblica, Sarà titolare dello stesso dicastero nel secondo Esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, a partire dal maggio 2001 fino al novembre dell'anno successivo, quando assumerà l'incarico di ministro degli Esteri. Alla Farnesina resta fino al 2004, quando si trasferisce alla Commissione europea guidata da Manuel Barroso, nominato vicepresidente con le deleghe per la giustizia, la libertà e la sicurezza. Con il ritorno al Governo di Berlusconi, dal 2008 è di nuovo ministro degli Esteri. Eletto alla Camera per la prima volta nel 1996, ne è stato membro per tre legislature, assumendo, tra l'altro la carica di presidente del Comitato per i Servizi di sicurezza tra il 1996 e il 2001. Terminata l'esperienza parlamentare nel 2013 si dedica all'impegno di carattere giuridico, fino ad arrivare appunto alla presidenza del Consiglio di Stato nel gennaio del 2022, ricoperta fino alla morte un anno fa. "Un protagonista di alto profilo", della Repubblica, affermò il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ricordandone la figura. "Uomo garbato e intelligente, un servitore delle istituzioni", aggiunse il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Presidente gentile, riservato, rigoroso ed equilibrato, sempre sorridente e disponibile all’ascolto, un servitore dello Stato senza eguali", il ricordo di Luigi Maruotti, suo erede a Palazzo Spada. "Non era soltanto un servitore delle Istituzioni, era un'istituzione", fu il saluto di Gianni Letta, rendendo omaggio alla camera ardente.

 

 

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 "Un anno fa, il 24 dicembre 2022, scompariva Franco Frattini, ma il suo ricordo vive in me e in tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Amara ironia della sorte, è scomparso la sera della vigilia di Natale, la festa che amava di più. Un must saccheggiare colorando candele e pallone a iosa, tutti i mercatini di Natale del nostro Trentino Alto Adige, sua terra di adozione che adorava. Rivelo un suo piccolo segreto perché è il Frattini sconosciuto ai più che io porto nel cuore, quello di un uomo che ha mantenuto sempre l’animo nobile, ingenuo e pulito di un fanciullo, innamorato degli animali, delle tradizioni, delle cose belle, della fiaba della vita che gli è fuggita via troppo presto. E delle donne della sua breve esistenza, Stella e Carlotta, alle quali mi stringo in un abbraccio di dolore che non ci abbandona. Difficile, davvero difficile, perché Franco era non solo il ministro gentile, l’istituzione fatta a persona, ma soprattutto un individuo eccezionale in ogni sua sfumatura personale, politica, professionale, umana. Per me è stato un onore crescere con lui, lavorare con lui e non per lui come amava dire. Da lui ho appreso il culto e il rispetto per le istituzioni, l’amore per l’Italia sì ma soprattutto insegnamenti di vita come la semplicità, il rimanere sempre con i piedi per terra, il non approfittarsi mai della res pubblica. Perdeva il suo riconosciuto aplomb solo quando qualcuno faceva del male agli animali, esseri senzienti e indifesi  he tanto amava e per questo che a lui stiamo dedicando l’inasprimento delle pene con Michela Vittoria Brambilla e il Ministro Nordio. Non dimenticherò mai i suoi occhi pieni d’amore per i suoi gatti e la sua tenerezza con la mia Puggy che avrebbero sorpreso chi lo ha conosciuto solo come apprezzato giurista e uomo di Stato. Averlo incontrato nella vita è stato una enorme fortuna e non mi capacito ancora che non ci sia più. Il suo sorriso irradiava di luce tutti noi che lo abbiamo amato": questo il ricordo di Michaela Biancofiore.