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Onu, risoluzione su Gaza ma senza la condanna a Hamas

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Dopo feroci negoziati, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto la consegna «su larga scala» di aiuti umanitari a Gaza, senza chiedere un cessate il fuoco immediato, a cui si erano opposti gli Stati Uniti. La risoluzione adottata con 13 voti a favore, nessuno contrario e due astensioni (Stati Uniti e Russia) «chiede a tutte le parti di autorizzare e facilitare la consegna immediata, sicura e senza ostacoli di assistenza umanitaria su larga scala» a Gaza e chiede «urgentemente adottare» misure al riguardo e «creare le condizioni per una cessazione duratura delle ostilità». Il testo prevede inoltre l’utilizzo di «tutte le vie di accesso e di circolazione disponibili in tutta la Striscia di Gaza» per la consegna di carburante, cibo e attrezzature mediche in tutto il territorio dell’enclave palestinese. «Sappiamo che non è un testo perfetto e che solo un cessate il fuoco metterà fine alle sofferenze», ha commentato l’ambasciatrice degli Emirati Lana Zaki Nusseibeh, promotrice della risoluzione. «Se non prendiamo misure drastiche, ci sarà la carestia a Gaza», e questo testo «risponde con i fatti alla disperata situazione umanitaria del popolo palestinese», ha aggiunto la diplomatica, prima del voto al Palazzo di Vetro a New York.

 

La risoluzione, frutto di lunghe discussioni sotto la minaccia di un nuovo veto americano, è stata annacquata rispetto alla versione più ambiziosa proposta domenica dagli Emirati. È scomparso il riferimento ad una «cessazione urgente e duratura delle ostilità», presente nel testo di domenica, così come la richiesta meno diretta, in una versione successiva, di una «sospensione urgente delle ostilità». Un emendamento russo che voleva rilanciare l’appello per una «sospensione urgente delle ostilità» è stato bloccato dagli Stati Uniti, che hanno posto il veto. I membri del Consiglio di Sicurezza hanno voluto evitare un nuovo veto americano, mentre gli abitanti della Striscia di Gaza, bombardati dalle forze israeliane in rappresaglia al sanguinoso e senza precedenti attacco di Hamas del 7 ottobre, sono ora a rischio carestia.

 

Il Consiglio di Sicurezza è stato ampiamente criticato per la sua inerzia dall’inizio della guerra. I negoziati su questa nuova risoluzione sono stati intensi anche riguardo ai termini della creazione di un meccanismo di monitoraggio per garantire la natura «umanitaria» degli aiuti. Israele, che vuole mantenere il controllo sui convogli umanitari, si è opposto al fatto che l’Onu fosse l’unica responsabile di questo meccanismo. La versione adottata propone un sistema sotto l’egida di un «coordinatore» delle Nazioni Unite responsabile di «accelerare» il processo di consegna in «consultazione» con le parti. Altro punto delicato, l’assenza, ancora una volta nel testo, di una condanna - e anche del nome - di Hamas, deprecata da Israele e Stati Uniti. Il testo deplora «tutti gli atti di terrorismo» così come «tutti gli attacchi contro i civili» e chiede il rilascio «incondizionato» di tutti gli ostaggi.  Ecco come i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno votato sul progetto di risoluzione per gli aiuti umanitari a Gaza. Tredici voti favorevoli: Albania, Brasile, Ecuador, Gabon, Ghana, Giappone, Malta, Mozambico, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Cina, Francia, Regno Unito Due astenuti: Usa e Russia. Nessun voto contrario. Solo i cinque membri permanenti del Consiglio - Stati Uniti, Russia, Francia, Cina e Regno Unito - possono esercitare il potere di veto.

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