altro femminicidio
Vanessa Ballan, l’ammissione del magistrato: “Forse è stato sottovalutato il pericolo”
Un altro femminicidio scuote l’Italia. La morte di Vanessa Ballan è forse resa ancora più atroce dal fatto che la donna aveva presentato una denuncia per stalking nei confronti di Bujar Fandaj, arrestato dopo l’episodio. Ad approfondire la situazione è Marco Martani, procuratore capo di Treviso, dopo che è stato posto in stato di fermo il quarantunenne, rintracciato nella tarda serata di ieri poco distante dalla sua abitazione ad Altivole, nella Trevigiana: “La perquisizione è stata disposta ed eseguita il giorno successivo alla presentazione della denuncia (26 ottobre ndr). Come avviene nelle denunce di codice rosso viene trattato dal pm di turno esterno che poi passa il fascicolo al magistrato specializzato. Nel caso specifico è stato trattato da magistrato esterno che ha disposto la perquisizione e poi ha disposto che passasse al magistrato per le fasce deboli il quale non ha ritenuto che vi fosse una situazione di richiesta immediata di misura cautelare, ma ha ritenuto di dover approfondire le indagini chiedendo tabulati del telefono dell’uomo. La valutazione fatta dal magistrato era di non urgenza. Alla luce di quanto successo quella valutazione si è dimostrata infondata. Forse si poteva chiedere una misura di divieto di avvicinamento. Ma la collega che segue il gruppo fasce deboli non ha ritenuto ci fosse un pericolo imminente. Cercheremo di capire se abbiamo sbagliato qualcosa”.
Rispondendo ai giornalisti il procuratore ha spiegato che nel corso della perquisizione sono stati "sequestrati dei cellulari nei quali effettivamente erano stati trovati i video" con cui Fandaj ricattava Ballan ma che i messaggi "erano stati cancellati e quindi era necessario prendere i tabulati". Inoltre, ha ricordato Martani, "in questi quasi due mesi non c'erano stati altri episodi”. E alla fine Ballan, che era anche incinta di un secondo figlio, ha perso la vita.