Il caso
Festa dell'Ordine degli avvocati, quattro salti e una polemica: bufera sulle ballerine
Arringhe, cavilli processuali e magistrati, da sempre sono l’oggetto dei discorsi tra avvocati, ma da un paio di giorni nei corridoi della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio si parla solo dello "stacchetto" di quattro ballerine andato in scena durante la serata benefica organizzata dalla "Fondazione Ordine Avvocati di Roma onlus", nella discoteca Opus club. Un chiacchiericcio diventato virale anche grazie alle piattaforme social, in particolare Instagram, dove sono state diffuse le «storie» dell’evento che hanno sollevato un polverone nel mondo degli avvocati e non solo. Sono proprio i profili del locale di via Giuseppe Sacconi e dell’ordine a fornire un quadro dell’accaduto: in cui alcune giovani ragazze, a ritmo latinoamericano e di musica dance, danno vita alla loro performance.
A innescare le polemiche è stata una mail inviata alla casella della fondazione degli avvocati dal procuratore legale Ivano Cimatti: «(...) trovo la presenza sul palco di ragazze stile "cubiste" sbagliata o quantomeno inopportuna in questo momento storico caratterizzato dall’esplodere di fenomeni che possiamo definire di patriarcato o maschilismo. (...) È inutile che l’ordine forense in ambito locale e nazionale si munisca di comitati o strutture di pari opportunità se poi organizza eventi come quello di ieri (martedì sera per chi legge, ndr). Non in mio nome». Il pensiero di Cimatti non è quello di un caso isolato, anzi è largamente condiviso da chi frequenta le aule del tribunale. Una scelta che viene vista come «inopportuna, alla luce dei tanti problemi presenti nel panorama di chi pratica la professione forense».
Ricostruzione opposta, invece, quella del presidente dell’ordine Paolo Nesta: «Ma cosa c’entra? A me non risulta che in televisione abbiano vietato spettacoli con ballerine: le ragazze sono professioniste. Dovremmo avere grande rispetto per la professionalità di queste persone che tra l’altro stavano ballando dietro un’orchestra. Ma cosa c’entra il patriarcato?». Gli facciamo notare che è senza dubbio particolare vedere ballerine a un evento benefico organizzato dagli avvocati. «Certamente. Perché gli sponsor prosegue Nesta- danno il loro contributo se c’è un evento. Al contrario se andiamo io e lei sul palco, saremmo apprezzati, ma ovviamente gli sponsor non vengono. E allora, mettendo da parte le donazioni personali, come facciamo beneficenza? Forse voi non sapete quello che realizziamo per i colleghi, queste sarebbero le notizie da dare, evitando strumentalizzazioni».
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Ma c’è di più, dato che la presenza del corpo di ballo alla serata solidale tra avvocati non sarebbe una novità. «È disdicevole che una fondazione organizzi uno spettacolo? Lo abbiamo fatto pure quest’estate al Satyrus perché - aggiunge Nesta - l’evento benefico l’organizziamo due volte l’anno: anche allora c’erano le ballerine e nessuno ha avuto da ridire. Infine voglio precisare che è arrivata una sola missiva di protesta, e non più d’una come è stato scritto». In scia alle dichiarazioni di Nesta ci sono quelle della coreografa Eleonora Scopelliti, a capo del gruppo di ballerine: «Il varietà ha sempre fatto parte del panorama artistico, e va dissociato completamente dal femminicidio e dai giudizi dispregiativi associati al termine "cubiste". Le nostre esibizioni, eseguite a distanza dal pubblico, sono caratterizzate da balli eleganti su brani che talvolta richiedono momenti di improvvisazione, contribuendo a creare un’atmosfera festosa». Senza dubbio festosa, ma che ha trascinato l’ordine degli avvocati in un vespaio di polemiche che avrebbe voluto certamente evitare.