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Cop28, c'è l'accordo sui combustibili fossili. “Transizione”, il testo approvato all'unanimità

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I paesi della Cop28 hanno approvato all’unanimità a Dubai il documento che chiede una «transizione» verso l’abbandono dei combustibili fossili. In apertura della sessione plenaria che conclude la Conferenza sul clima, i delegati hanno adottato la bozza preparata dagli Emirati Arabi Uniti, innescando una standing ovation e prolungati applausi in sala. Si tratta di una «decisione storica per accelerare l’azione per il clima», le parole di Sultan Al Jaber, presidente della Conferenza, «abbiamo gettato le basi per realizzare un cambiamento». 

 

 

L’accordo è stato raggiunto dopo due settimane di intensi negoziati in cui quasi 200 nazioni hanno discusso su come affrontare collettivamente la crisi climatica. I Paesi hanno adottato il «Global Balance» con cui aspirano a rafforzare la loro azione sul clima per contenere l’aumento della temperatura e garantire che non superi un grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali. L’accordo, approvato per consenso in plenaria, invita gli Stati ad avviare una transizione dai combustibili fossili, «in modo ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, al fine di raggiungere l’obiettivo di emissioni zero» nel 2050. Aprire la strada all’abbandono di questi tipi di energia è stata la priorità di questo vertice per l’Unione europea e le altre economie industrializzate, così come per i Paesi molto vulnerabili ai cambiamenti climatici, come molti in via di sviluppo. Tuttavia, fino alla sessione plenaria c’era incertezza sul fatto che un accordo che segnasse la fine dell’era dei combustibili fossili sarebbe stato accettato dai Paesi produttori di petrolio come l’Arabia Saudita.

 

 

Quasi 200 paesi hanno sottoscritto lo storico appello a realizzare una «transizione» energetica che permetta loro di abbandonare progressivamente i combustibili fossili. La transizione dalle energie che hanno causato il riscaldamento del pianeta deve essere accelerata «in questo decennio cruciale», spiega il testo. «Per la prima volta in una dichiarazione si parla di combustibili fossili», ha sottolineato Jaber, tra gli applausi dei ministri e dei funzionari presenti. Otto anni dopo l’Accordo di Parigi per contrastare il cambiamento climatico, la comunità internazionale afferma che deve prepararsi a lasciare indietro le fonti energetiche che hanno consentito la più grande crescita economica della storia. «Per la prima volta in 30 anni, potremmo avvicinarci all’inizio della fine dei combustibili fossili. Stiamo facendo un passo molto, molto significativo» per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi, la reazione l commissario europeo per l’Azione climatica Wopke Hoekstra. 

 

 

Nel testo si afferma che la comunità internazionale «riconosce la necessità di riduzioni profonde, rapide e durature dei gas serra» e a tal fine «chiede alle parti di contribuire» con un elenco di azioni per il clima, «secondo le rispettive circostanze nazionali». La prima azione è quella di «triplicare la capacità di energia rinnovabile» e «raddoppiare l’efficienza energetica media» da qui al 2030. Poi «accelerare gli sforzi per eliminare gradualmente il carbone senza misure di riduzione», accelerare l’uso di «carburanti a zero o basse emissioni» e «la transizione dai combustibili fossili in modo giusto, ordinato ed equo». Il termine inglese «transition away» è ambiguo e soggetto a interpretazione, riconoscono gli esperti. L’obiettivo è il 2050, ma non è chiaro se entro quella data, fondamentale nel calendario della battaglia sul clima, i Paesi dovranno aver abbandonato completamente la loro dipendenza dall’energia fossile. Ciò che la comunità internazionale ribadisce è che entro la metà del secolo dovrà bilanciare i gas che emette nell’atmosfera con quelli che trattiene («net zero», o «carbon neutrality»).

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