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La Spezia, "riti satanici", tatuaggi e aforismi: cosa filtra sul marito di Cominotti

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Una lettera, su cui dovrà essere eseguita una perizia calligrafica, è stata ritrovata accanto al corpo di Rossella Cominotti, la donna di 53 anni uccisa in una camera di albergo a Mattarana, in Val di Vara, nello Spezzino. Il marito Alfredo Zenucchi, 57 anni, ha ammesso di aver compiuto il gesto spiegando agli inquirenti che il contesto sarebbe stato quello di un omicidio-suicidio. La coppia avrebbe voluto farla finita insieme, ma l'uomo ha raccontato ai carabinieri di non essere riuscito a togliersi la vita. Ad avvalorare le sue parole anche il ritrovamento nella camera d'albergo della missiva, secondo gli investigatori apparentemente scritta dalla donna e poi sottoscritte da marito e moglie, dalla quale emergeva la volontà da parte di entrambi di togliersi la vita. Ci sono i riti satanici dietro la morte di Rossella? Anche su quest'ipotesi starebbero lavorando gli investigatori. 

 

 

“Quella roba qui risale a vent’anni fa, quando mi sono interessato a qualcosa, ma non sono uno sfegatato satanista”: queste sono state le parole usate da Alfredo Zenucchi per spiegare cosa nascondono i suoi tatuaggi. Come riporta il Corriere della Sera, le dermopigmentazioni ritraggono un pipistrello sul fianco destro, due pentacoli, tra cui uno rovesciato sul collo, una scritta satanista e il 666, ovvero il numero della Bestia. Ad avvalorare la tesi di un legame con i riti satanici contribuiscono anche le fanpage che l’uomo seguiva su Facebook, “Aforismi Satanici” e “Angel’s White’s and Black’s Warrior’s”. Tuttavia, l'avvocato Alberto Rimmaudo ha spiegato che nella camera d'albergo "non è stato trovato nulla che facesse pensare a riti satanici". 

 

 

L'uomo avrebbe anche un passato con la droga. Dopo le scuole medie, Zenucchi aveva iniziato a lavorare in una fabbrica tessile, ma a causa di “amicizie sbagliate, ho cominciato con le canne poi mi sono stordito con la droga e sono finito nelle comunità”, ha raccontato. Il legale ha spiegato che il suo assistito è stato in diverse strutture per il reinserimento lavorativo, tra cui l’ultima, la cooperativa Il Cerchio di Cremona, dove era sia operaio che facchino. 

 

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