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Gino Cecchettin, scattano le querele. Il video sul corpo di Giulia? "Una bufala"

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C'è grande attesa per l'intervento, questa sera domenica 10 dicembre, di Gino Cecchettin a Che tempo che fa, il programma di Fabio Fazio su Nove. Vigilia tuttavia macchiata da polemiche e veleni. "A seguito di numerose segnalazioni giunte da molti cittadini e apprese anche direttamente, il signor Gino Cecchettin comunica che ogni attività diffamatoria e denigratoria posta in essere nei confronti propri e della famiglia troverà pronta reazione a termini di legge", ha scritto in un comunicato l’avvocato Stefano Tigani, dell’associazione Penelope, che assiste il padre di Giulia Cecchettin, la ragazza veneta uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta. "È spaventoso dover vedere simili azioni in una tragedia di queste dimensioni e nel dolore che la famiglia sta vivendo. È doveroso assumere ogni iniziativa conseguente", scrive il legale che annuncia di aver presentato "due denunce contro più individui, alcuni dei quali da identificare perché nascosti dietro profili social". 

 

Insomma, "di pazzi è pieno il mondo, ma questi leoni da tastiera vanno fermati", sbotta. Tra i contenuti postati in rete ce n'è uno che "diceva perfino che Gino, essendo ingegnere, avrebbe calcolato ogni reazione al dramma per promuovere la sua azienda. È ora che questa gente si assuma le proprie responsabilità", spiega l'avvocato come riporta il Corriere del Veneto. Un video realizzato da una sedicente operatrice funebre promette rivelazioni sul corpo di Cecchettin da parte di chi lo avrebbe ricomposto per il funerale. "Ho visto anch’io questo video, è una bufala, ma chi l’ha postato si assumerà le proprie responsabilità — dichiara l’avvocato Tigani —. Stiamo valutando tutte queste uscite, abbiamo tre mesi di tempo per agire penalmente e siamo pronti a presentare anche cento denunce se necessario. È una questione di immagine e onorabilità. Ma siccome queste persone le puoi colpire solo nel portafoglio, valuteremo se chiedere un risarcimento". Il legale di Cecchettin tuttavia spiega che questo odio viene da una parte infinitesimale degli italiani, la maggioranza  stretta alla famiglia di Giulia. 

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