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Prima alla Scala, solito blitz dei centri sociali: "Palestina libera" e cori anti-Israele

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La Prima della Scala di Milano da sempre è anche il palcoscenico delle proteste di piazza: tanta visibilità col minimo sforzo. E quest'anno non poteva mancare la manifestazione pro-Palestina. La Prima del Don Carlo di Giuseppe Verdi con l’orchestra filarmonica diretta dal maestro Riccardo Chailly è stata preceduta da fumogeni, bengala e un’immensa bandiera palestinese.

 

"Fermate il massacro del popolo palestinese" si legge sul grande manifesto avviso dagli attivisti. "Giù le mani dai bambini", "Gaza libera", "Netanyahu assassino" e "intifada fino alla vittoria" gli slogan che hanno accompagnato la manifestazione convocata dal centro sociale Il Cantiere. "Vogliamo ricordare ai potenti che noi siamo qui non per i capricci dei ricconi che vanno alla Prima, ma per ciò che è importante, cioè manifestare solidarietà ai popoli che lottano contro la guerra", ha detto un manifestante al megafono, mentre un’enorme bandiera della Palestina veniva issata in piazza della Scala e illuminata dai fuochi dei bengala.

 

Intanto ha fatto il suo ingresso nel teatro Liliana Segre, senatrice a vita e testimone della Shoah.  Ad accoglierla il nuovo prefetto di Milano, Claudio Sgaraglia, e il sindaco Giuseppe Sala. "Sono da sempre un'amante della lirica, sono un'abbonata da tanti anni alla Scala e ho cominciato dal loggione. Questo è un punto da ricordare", ha detto la senatrice che non ha commentato le proteste in piazza. 

 

 

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