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Turetta, quel segnale in carcere. La criminologa Vagli: "Non si è pentito"

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Da un parte lo sforzo della famiglia di Giulia Cecchettin per trasformare un dolore indescrivibile in qualcosa di utile per tutte le donne. Dall'altra il suo omicida in carcere che non ha manifestato "neanche un segnale di empatia". La criminologa Anna Vagli fa questo parallelismo nel corso della puntata di mercoledì 6 dicembre di Pomeriggio 5, il programma condotto da Myrta Merlino su Canale 5. Dobbiamo capire le difficoltà di "questa famiglia che dal dover organizzare una festa di laurea si sono ritrovati a organizzare il funerale - commenta la consulente forense - Io credo che partendo dal capofamiglia che è rimasto, il padre Gino, vogliano far diventare questa tragedia uno spiraglio di luce affinché episodi come questi non si ripetano".

 

Oggi il padre di Giulia alla domanda se avesse perdonato Filippo, ha risposto che dal non provare più rabbia al perdonare la distanza è molto ampia. Insomma, è troppo presto ma non è escluso. "Bisogna capire se Turetta questo perdono lo vuole - afferma Vagli - perché finora a mio avviso non si è neppure pentito”. Insomma, da una parte "lo sforzo immane che sta facendo la famiglia di Giulia anche di andare incontro alla famiglia di lui, dall'altra vediamo Filippo Turetta che non ha manifestato neanche un segnale di empatia".

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