Polmonite nei bambini dalla Cina: colpiti anche gli adulti, 2 casi a Roma
“Un sito di informazione medica molto serio, il ProMed - lo stesso che ha dato l’allarme sul Covid, quindi gente seria - ha cominciato a parlare di un grandissimo numero di infezioni respiratorie, polmoniti, nei bambini in Cina. La Cina non ha detto nulla, come nella sua tradizione, le notizie hanno incominciato a filtrare da altri Paesi, Taiwan. A un certo punto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto chiarimenti alla Cina. La Cina ha detto che non ci sono nuovi patogeni e, da quello che si è capito, questa polmonite sembrerebbe causata da un batterio che si chiama Mycoplasma Pneumoniae": queste le parole scelte un paio di giorni fa da Roberto Burioni per parlare del nuovo allarme fatto scattare dalle polmoniti nei bambini.
"Qualcosa non torna". I dubbi di Burioni fanno tremare
A Che tempo che fa l'immunologo aveva avanzato i sospetti sulla circolazione delle informazioni. Poi è arrivato un nuovo aggiornamento a cura del dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto superiore di sanità: "Questo microrganismo è comunemente noto come agente eziologico per la polmonite atipica, in grado di manifestarsi in soggetti in età prescolare, giovani adulti e in soggetti con complicanze o alterazioni immunologiche", si legge sul sito dell'Iss.
Polmonite dalla Cina, sospetto inquietante. Pregliasco: perché quelle flebo...
Stando a quanto riporta Repubblica, due casi di polmonite da Mycoplasma Pneumoniae sono stati registrati nel Lazio. I pazienti sono già in via di guarigione, ma, a differenza di quanto emerso finora, la malattia non ha colpito i bambini. Si tratta infatti di due adulti: "Un diciottenne è ricoverato al Policlinico Tor Vergata e la situazione è perfettamente sotto controllo nel reparto di malattie infettive. Un secondo paziente, che ugualmente non desta preoccupazioni, è invece ricoverato all’Umberto I". L’incremento di infezioni respiratorie è stato notato inizialmente nei bambini in Cina e poi in Vietnam e in Francia. Soprattutto nella fascia da zero a due anni. Ora, però, il problema potrebbe iniziare a interessare anche il nostro sistema sanitario.