Cecchettin-Turetta, perché il procuratore di Venezia rischia di perdere il caso
Questa mattina, giorno dei funerali di Giulia Cecchettin, sono state poste a mezz’asta le bandiere delle sedi della Regione Veneto, in ossequio alla giornata di lutto regionale, decretata dal Presidente Luca Zaia, in coordinamento con le Prefetture del Veneto. Per tutta la notte Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, è stato anche illuminato di rosso. Il feretro in cui riposa la giovane uccisa dal suo ex ragazzo Filippo Turetta è arrivato nella chiesa di Santa Giustina a Padova. Intanto, stando a quanto si apprende, l'assassino è uscito dall'isolamento ed è passato al regime di "custodia aperta". Potrà passeggiare per il corridoio dell'infermeria. Ne ha dato notizia LaPresse, che cita fonti accreditate. Il 21enne potrà anche seguire attraverso la tv i funerali. La notizia che balza all'occhio viene però riportata da Il Messaggero. Il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, che coordina l'inchiesta sull'omicidio di Giulia Cecchettin, rischia il trasferimento in un'altra sede.
Oggi l'ultimo saluto a Giulia. E arriva una lettera per il papà: "Sarò accanto a te"
Qual è la motivazione? Secondo quanto emerge, a determinare questo cambiamento potrebbero essere i rapporti con un perito, il professore Massimo Montisci, ex presidente dell'istituto di Medicina legale di Padova, coinvolto in vicende giudiziarie. "Secondo la minoranza della prima commissione del Csm (due consiglieri su 6) il legame avrebbe appannato l'immagine di imparzialità di Cherchi. La maggioranza (3 voti) chiede invece l'archiviazione del caso. A decidere sarà mercoledì prossimo il plenum", si legge sul quotidiano. L'inchiesta è iniziata dopo che il procuratore generale Federico Prato ha segnalato
un messaggio Whatsapp in cui si parlava di una cena a cui avrebbero dovuto partecipare finanzieri, medici, Montisci e anche Cherchi, che però ha poi negato la sua presenza.